Esistono territori in cui si riesce ad esprimere al meglio le proprie capacità. Dove le origini recitano una parte importante, eccome. Per Vinicio Simonetto Viani, soprannominato “Garone”, è stato quindi naturale diventare un simbolo calcistico per l'intera Toscana, prima da giocatore e poi come allenatore. Sebbene non di quel pallone da prima pagina, ma pur sempre prezioso. Nato a Viareggio (Lucca) il 5 agosto 1913, debutta nel 1931 con la squadra della sua città in Prima Divisione. La stoffa c'è, dimostrata dalla prolificità fin dagli esordi, il fisico pure (180 cm per 78 kg). Normale che il ragazzo ingolosisca club di categoria superiore: ad accorgersi di lui è la Fiorentina, che lo schiera a partire dalla stagione 1933-34. Il suo ruolo è quello di sostituire il mitico Pedro Petrone, scappato in fretta e furia da Firenze. La sua prima gara in massima serie è contro la Roma, resta a Firenze per due annate timbrando 27 volte. Nel 1935 scende di categoria, sempre in Toscana, spostandosi alla Lucchese. Qui infila un campionato fantastico, farcito dalla bellezza di 34 gol in altrettante partite che, neanche a dirlo, gli fruttano il titolo di capocannoniere. Torna alla Fiorentina per due stagioni in A. Poi, restando sempre nella sua regione si trasferisce a Livorno, nel 1938, dove disputa 3 tornei di A e uno di B: proprio in quest'ultimo, dimostra la maggior attitudine alla Serie B andando a segnare altri 35 gol in 31 partite, per il secondo scettro dei bomber che rappresenta anche un'ineguagliata performance stagionale. “Tradisce” la Toscana con le esperienze nel Napoli, nei Vigili del Fuoco La Spezia (nel vittorioso campionato di Alta Italia 1943-44, seguito da un passaggio al Poggibonsi) e con il Benevento (Serie C 1945-46), ma ritorna a calcare i campi regionali nella sua Viareggio e chiudendo la carriera con un biennio alla Massese in Interregionale. Una carriera prolifica, in cui forse avrebbe meritato di vestire la maglia della Nazionale, che lo ha visto realizzare ben 223 reti totali nelle sole gare di campionato. Le 110 realizzate nella sola Serie B ne fanno l'ottavo uomo più prolifico di tutti i tempi. Diventa immediatamente allenatore: nella sua amata Toscana (Pontedera, Empoli, Siena) e non solo (Verona, Maceratese, Como, Carrarese, Crotone ed Ate Tixa) fino al 1975. Una curiosità: durante il suo periodo come allenatore nel Como, soprannominò “Gedeone” il giovane portiere Pietro Carmignani, destinato poi a vestire le maglie di Juventus e Napoli. Morì nella sua Viareggio l'11 giugno 1983.
Fabio Ornano