Il caso Totti-Spalletti offre il pretesto per riflettere sul ritiro dal'agonismo, una fase della vita del calciatore di cui parliamo tutti malvolentieri perché l'addio al calcio del Totti della situazione è anche la morte di una parte importante della nostra vita. Ma quale è l'età giusta per lasciare, prima che altri ti indichino l'uscita? Bisogna restringere il discorso a campioni in un calcio di vertice, quindi di serie A, perché è chiaro che accettando uno status inferiore in campionati di livello inferiore due o tre anni in più si possono sempre strappare. E bisogna poi fare una ulteriore distinzione per ruolo: l'importanza dello scatto e dello spunto nel breve, che si possono allenare soltanto in parte, impongono di fare per i giocatori offensivi discorsi diversi da quelli che faremmo per portiere o difensori.
Il luogo comune dice che una volta, qualsiasi cosa significhi 'una volta', i campioni avevano una carriera più breve. In qualche caso era così, ma non per logorio quanto per una medicina sportiva e un'ortopedia di livello ben diverso rispetto a quelle di oggi: negli anni Trenta, ma anche nei Settanta, l'infortunio subìto prima del Mondiale 2006 o anche quello al crociato anteriore di due stagioni dopo avrebbero già chiuso la carriera di Totti. Silvio Piola ha giocato in serie A fino a 41 anni, nel 1954, in epoche in cui l'intimidazione e il fallo criminale, soprattutto in trasferta, erano la regola. José Altafini ha giocato per l'ultima volta con la Juventus nel 1976, a 38 anni. Giuseppe Meazza ha disputato la sua ultima partita con l'Inter a 37, nel 1947. Stessa età per Gunnar Nordahl nella Roma (1958) e Kurt Hamrin nel Napoli (1971). Amedeo Amadei, altra leggenda della Roma, arrivò fino ai 35 anni con la maglia del Napoli. Dei grandi attaccanti della serie A fino a quando la tivù è diventata a colori soltanto Gigi Riva e Giampiero Boniperti si sono ritirati relativamente giovani: l'icona del Cagliari a 32 anni, nel 1976, ma dopo due infortuni tremendi e una serie di altri più piccoli, il futuro presidente della Juventus a 33 perché non accettava un lento declino.
Nell'era moderna, tutti i grandi attaccanti non distrutti da infortuni sono arrivati ad età avanzatissime: Pippo Inzaghi ha raggiunto quota 39 con la maglia del Milan, Alex Del Piero è arrivato a 38 anni con la maglia della Juventus, prima di emigrare, Roberto Baggio si è fermato a 37 con il Brescia (2004), Beppe Signori a 36 con il Bologna (anche lui 2004, ma poi ha proseguito all'estero) così come Mancini con quella della Lazio, senza dimenticare che i 39enni Di Natale e Toni sono ancora in circolazione. Ancora più facili gli esempi con portieri e difensori, ma è ovvio che Totti vada confrontato con gli attaccanti. Conclusione? I grandi campioni della serie A hanno giocato quasi tutti ad alto livello fino ad età avanzata e quasi nessuno di loro ha lasciato il calcio prima che gli venisse chiesto.
Twitter @StefanoOlivari