Lunedì prossimo saremo a Lione per Italia-Belgio e chi la sa lunga ci ha consigliato di leggere, per una volta nella vita, le indicazioni dell'organizzazione invece di mettersi a litigare ai cancelli esportando la nostra ignoranza. Così abbiamo letto le sette pagine di 'Stadium rules' dell'UEFA, trovando molti dettagli interessanti. Che magari non ci riguardano direttamente, ma sono per molti versi istruttivi riguardo ai tempi che stiamo vivendo.
Intanto chi ha meno di sedici anni non potrà vedere dal vivo le partite degli Europei, a meno che non sia accompagnato da un adulto, ritenuto responsabile per le sue azioni. Il non detto della norma è chiaro: evitare l'entrata di bande di ragazzini delle periferie francesi, in gran parte di origine nordafricana, senza qualcuno che in qualche modo sia responsabile penalmente per le loro azioni. Seconda norma che ci ha colpito, senza citare le tante in elenco che sono simili a quelle degli stadi italiani: le perquisizioni personali, quindi non soltanto quelle di borse e zainetti ma proprio quelle fisiche, potranno essere effettuate sia da poliziotti (come è ovvio) che da personale dell'UEFA (e questo è già meno ovvio, oltre che ai confini della legalità). Altra curiosità: anche se non si sta facendo nulla di male, il rifiuto di 'cooperare' (qualsiasi cosa voglia dire) con poliziotti e steward porta all'immediata espulsione dallo stadio.
Quarta norma da sottolineare, soprattutto per la sua inapplicabilità nell'era degli smartphone: è severamente vietato scommettere, non soltanto sulla partita in corso ma in generale, come se chi è allo stadio avesse informazioni preferenziali rispetto a chi è davanti alla tivù (in realtà gli astuti ritardi nell'aggiornamento delle quote live impediscono sempre di sfruttare quello sfasamento di pochi secondi). Di culto anche il divieto di trasmettere via web, quindi anche attraverso Twitter o Facebook, non soltanto foto o video della partita ma anche descrizioni o notizie sulla stessa, fossero anche il risultato e i marcatori. Dopo aver registrato il divieto dell'uso di droni (!) e vuvuzelas (finalmente!), ci ha colpito anche la parte sull'identificazione: vietatissimo nascondere la faccia, quindi non si parla soltanto di burqa o caschi da motociclisti, ma anche in linea teorica dei tanti (o magari pochi, ma i registi televisivi li amano molto perché fanno colore) che in occasione delle partite per nazionali si dipingono il volto con i loro colori. Proibitissimo il fumo, come ormai è prassi anche nei campionati nazionali, ma anche le sigarette elettroniche, le bandiere dovranno essere medio-piccole (massimo 2 metri per 1,5) e giro di vite anche per gli ombrelli. Chi frequenta gli stadi sa che ormai in molti posti vengono requisiti anche gli ombrellini pieghevoli, poi all'uscita impossibili da ritrovare: probabile che anche a Euro 2016 funzioni così.
Dall'elenco dei divieti abbiamo estrapolato quelli che ci sembrano più curiosi, ma non certo per riderne. Sono norme figlie della paura, che sua volta genera ulteriore paura e quindi nuove regole per la nuova paura, creando un effetto valanga e di sicuro un cambiamento del nostro stile di vita. Di sicuro per andare allo stadio ci vogliono motivazioni sempre più grandi.