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Robbie Keane nella storia d'Irlanda

Robbie Keane nella storia d'Irlanda

Redazione

25 agosto 2016

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Adesso che Robbie Keane ha annunciato di voler lasciare la nazionale d'Irlanda, dopo l'amichevole di mercoledì prossimo contro l'Oman a Dublino, ci fa impressione pensare che lui nella nazionale maggiore del suo paese giochi addirittura dal 1998: avendo 36 anni, significa metà della sua vita. Non che Keane. in campo (poco) anche negli ultimi Europei in Francia, si ritiri dal calcio giocato: continuerà con i Los Angeles Galaxy, ma la sua storia con la nazionale verde si fermerà a 146 presenze e forse uno o due gol più dei 67 già segnati. Da Mick McCarthy a Martin O'Neill, tanti i c.t. e tanti i ricordi belli, su tutti il gol segnato alla Germania al Mondiale 2002 a Ibaraki. Il più brutto senza dubbio lo spareggio con la Francia per andare al Mondiale 2010, quando il suo gol a Parigi portò in parità la sfida (la squadra di Domenech aveva vinto 1-0 a Dublino) prima del clamoroso fallo di mano di Henry che fu decisivo per il gol di Gallas e l'eliminazione della squadra ai tempi allenata da Trapattoni. La lunga carriera lo ha portato a battere tanti record, un gol all'Oman gli farebbe affiancare Gerd Müller come quarto marcatore europeo di tutti i tempi con la maglia della nazionale, dietro a Puskas, Kocsis e Klose. Non c'è dubbio che il miglior Keane, che ha anche avuto una breve parentesi italiana nell'Inter (qualche mese con Lippi prima e Tardelli poi, nella peggior stagione di tutta l'era Moratti, prima di andare al Leeds United), sia stato quello del Tottenham e che con l'avanzare dell'età abbia perso la sua qualità principale, cioè quella del movimento su tutto il fronte offensivo, ma di certo è un giocatore ancora valido per il livello delle difese della MLS. È proprio a Los Angeles, tre anni fa, che ha scoperto la sua parentela con Morrissey: è stato lo stesso cantante degli Smiths, prima di esibirsi allo show di presentazione della nuova stagione dei Galaxy, a fargli la rivelazione: in pratica il nonno di Keane e il padre di Morrissey erano cugini. Ma tornando al calcio, veniamo finalmente al punto: quale è stata l'importanza di Keane nella storia della nazionale irlandese?  Tenendo distinta quella dell'Irlanda del Nord, quindi mettendo in un girone a parte i vari Best, Blanchflower, Jennings, eccetera. Parlando di giocatori che tutti abbiamo visto e stravisto, lo possiamo mettere sullo stesso piano del quasi omonimo Roy, che forse ha più colpito l'immaginario collettivo (oltre che le gambe degli avversari) e di Liam Brady, anche se in Irlanda sono considerati icone due campioni della nazionale di Italia '90 come Pat Bonner e David O'Leary. Andando sul bianco e nero, per dimostrare che leggiamo (o che copiamo), non si possono non citare due miti del Manchester United: Johnny Carey, grandissimo difensore e capitano con carriera in parte rovinata dalla guerra, e Tony Dunne, anche lui difensore (ma sinistro), fra le altre cose colonna della squadra campione d'Europa nel 1968. A metà strada il talento in parte inespresso di Johnny Giles, i suoi anni migliori nel Leeds del 'Maledetto United' (fu uno dei principali nemici di Brian Clough, quando arrivò al posto di Don Revie), Ronnie Whelan e Paul McGrath. In omaggio al Guerin Sportivo e al calcio che ci ha fatto scoprire negli anni Settanta citiamo anche un giocatore che ci è rimasto nel cuore come Steve Heighway, ala di un grande Liverpool e di un calcio con un'identità molto forte, alla base del successo finanziario della Premier League odierna. Un calcio in cui Robbie Keane sarebbe stato benissimo. Twitter @StefanoOlivari

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