Le 11 partite di serie A sostanzialmente inutili che attendono il Torino e una buona metà delle iscritte al torneo lavorano per il futuro di Andrea Belotti, straordinario capocannoniere di questo campionato con 22 gol in 24 partite, con l'ausilio di un solo rigore: una media-gol spaziale, da 0,91 a gara. Al di là delle tante cose che di lui impressionano, prima fra tutte il fatto che ogni partita sembri migliorato rispetto a quella precedente (una caratteristica del Vieri giovane e per certi aspetti anche di Toni), si può fare un discorso anche soltanto italiano. L'anno scorso il miglior marcatore convocabile in Nazionale, senza entrare nel ginepraio dei passaporti (che in Italia non si negano a nessuno), considerando tutto il campionato, fu Pavoletti (Genoa) con 14 gol, due anni fa Toni (Verona) con 22, tre anni fa Immobile (Torino) con 22, quattro anni fa Di Natale (Udinese) con 23 di cui 4 rigori, nel 2011-12 sempre Di Natale ancora con 23 gol di cui 4 rigori, e per trovare chi su azione ha fatto meglio bisogna risalire ancora a Di Natale, con 27 gol di cui 4 rigori l'anno precedente. Nell'arco di tutto un campionato, ribadiamo... Belotti sta insomma compiendo un'impresa eccezionale e che si può anche definire di altri tempi, visto anche che lui per primo ha l'aspetto del ragazzo di altri tempi nel senso migliore dell'espressione. Da quando la serie A si disputa a girone unico, quindi dalla stagione 1929-30, i capocannonieri che in una stagione hanno viaggiato a una media superiore a quella di Bellotti sono stati cinque: Meazza, Borel II, Nordahl, Angelillo e il super Higuain della scorsa stagione con la maglia del Napoli, 36 gol in 35 partite. Come dire, quattro fenomeni da libri di storia impolverati e un fenomeno dell'attualità. Certo l'attaccante del Torino deve proseguire su questo passo, ma per tante ragioni è molto probabile che lo faccia. I numeri che abbiamo citato sono storia, diventare capocannoniere con numeri alla Higuain significherebbe tanto, non solo banalmente soldi, per il suo futuro.