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Nessuna narrazione per Prandelli

Nessuna narrazione per Prandelli

Redazione

22 marzo 2017

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Nove mesi fa, non nove anni, il commissario tecnico della Nazionale era Antonio Conte e sembrava che in Italia non ci fosse in prospettiva un solo giovane in grado di onorare la maglia azzurra ai livelli più alti. Sottinteso: solo un grande allenatore avrebbe potuto tirare fuori qualcosa di buono da questa generazione di scarsi. Una narrazione, per usare un termine che sta passando di moda, portata avanti dallo stesso Conte un po' per compattare la squadra (che in effetti fece un buon Europeo, uscendo ai quarti ai rigori contro la Germania) e un po' per esaltare il proprio lavoro. Che poi la maggior parte dei media l'avesse presa per buona è un altro discorso... Forse la grinta esibita di Conte dà più ispirazione della pacatezza di Giampiero Ventura, non sappiamo. Adesso di sicuro siamo passati all'altro estremo, a nove mesi (non nove anni) di distanza. Sembra che stiamo vivendo un nuovo Rinascimento, con una fioritura improvvisa di talenti che ci rende un misto di Argentina, Brasile e Spagna: va da sé che qualsiasi risultato negativo (e arrivare secondi dietro la Spagna non sarebbe fantacalcio) sarà messo in conto al c.t. Peccato che gran parte dei suoi convocati facesse parte non solo della Nazionale di Conte ma addirittura di quella di Cesare Prandelli, anche senza contare i campioni del mondo 2006 Buffon (che peraltro era in azzurro già ai tempi di Cesare Maldini!), Barzagli e De Rossi. Proprio ai tempi di Prandelli risalgono infatti le prime esperienze azzurre di Insigne, Immobile, Verratti, De Sciglio, Parolo, Darmian e Astori. Addirittura da giovanissimi Bernardeschi e Romagnoli furono convocati da Prandelli per uno stage prima del Mondiale brasiliano... Quanto a Candreva e Bonucci, erano in azzurro già con Marcello Lippi. Insomma, in un paese che oscilla fra disfattismo e trionfalismo affermare che il calcio italiano è sempre ad ottimi livelli non fa titolo, ma è la verità. Non si può nemmeno dire che si giudica in base ai risultati, perché a Euro 2012 l'Italia di Prandelli arrivò seconda dietro ad una Spagna inarrivabile e all'ultimo conteggio la finale vale ancora più dei quarti. Potrebbe anche essere che Ventura stia lavorando per un futuro c.t. al quale dedicare la statua equestre da condottiero. Magari ancora Conte.

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