Nel 2026 la Coppa del Mondo di calcio avrà per la sua fase finale di sicuro 48 squadre e forse 3 nazioni ospitanti: il gigantismo chiama altro gigantismo, ma adesso forse stiamo esagerando. Stati Uniti, Canada e Messico hanno infatti intenzione di lanciare una candidatura congiunta per ospitare la prima edizione a 48 squadre del Mondiale, secondo quanto è emerso da un incontro fra dirigenti CONCACAF sabato scorso ad Aruba. L'innovazione delle 48 squadre, che sportivamente ha pro e contro più volte analizzati (non da Infantino e da chi lo ha eletto, visto che l'innovazione è passata senza dibattito e l'11 maggio in Bahrein sarà approvata in via definitiva), porta anche a problemi organizzativi di vario tipo: non tanto per la formula, visto che le partite totali alla fine passeranno soltanto da 64 a 80, quanto per gli aspetti logistici e di accoglienza. Impensabile che un paese anche soltanto di taglia media possa ospitare da solo un Mondiale: forse con 48 nazionali, tifoserie e organizzazioni da gestire non ci riuscirebbe nemmeno l'Italia attuale. La decisione su chi avrà il Mondiale 2026 sarà presa fra tre anni e l'unica cosa buona pare essere che in ogni caso la nazione o le nazioni ospitanti non saranno di diritto alla fase finale ma dovranno passare dal torneo premondiale (quello che esclude l'Europa, chissà perché) che assegna 2 posti. Al di là del fatto che il precedente mondiale 'congiunto', quello del 2002, ebbe non pochi problemi di coordinamento pur essendo organizzato da nazioni come Corea del Sud e Giappone, va ricordato (e la stessa FIFA lo ha fatto qualche settimana fa) che nel 2016 è stato istituito un criterio di rotazione che di fatto impedisce ad un continente di organizzare più di un Mondiale ogni tre. Traduzione: dalla corsa al 2026 sono escluse Europa (a causa di Russia 2018) e Asia (per Qatar 2022). Considerando quanto è costata al Brasile l'edizione 2014, difficile che una sudamericana possa competere con il Dream Team nordamericano, meno che mai un'africana o un ticket, per quanto interessante, Australia-Nuova Zelanda.