Dopo avere visto la Juventus schiantare il Barcellona, con forse il miglior Paulo Dybala di sempre, viene da chiedersi come faccia l'Argentina ad essere quasi fuori dal Mondiale. Sì, perché visto che bisogna personalizzare tutto bisogna anche dire che nella tragica serata blaugrana Messi è stato uno dei pochi quasi all'altezza della sua fama. Di più: nei primi 25 giocatori del mondo per valore di mercato (sono congetture, ma nemmeno tanto), ci sono sei argentini: Messi, Higuain, Agüero, Dybala, Icardi e Di Maria. I soldi da soli non vincono le partite, ma non vengono distribuiti a caso e in questa classifica ci sono due tedeschi (Müller e Kroos), due francesi (Pogba e Griezmann), un solo brasiliano (ovviamente Neymar) e purtroppo nessun italiano. Dopo 14 partite su 18 del girone di qualificazione sudamericano la squadra di Bauza, adesso non più di Bauza perché è stato esonerato (per la successione o Sampaoli o Simeone, se il calcio avesse una logica), ha 22 punti: il quarto posto da qualificazione diretta è lì a un punto, ma dietro di 2 punti ha l'Ecuador e di 4 Perù e Paraguay. E la prossima partita è contro l'Uruguay, a Montevideo... Da Romero a Pastore, passando per Zabaleta, Rojo, Mascherano, eccetera, anche la classe media convocata da Bauza gioca titolare nei più grandi club del pianeta: per quantità e qualità l'Argentina dovrebbe insomma vincere ogni Mondiale per distacco ma intanto a Russia 2018 rischia di non andarci. Tornando a Dybala, va detto che finora in nazionale è stato sottoutilizzato. Lo scorso giugno in Coppa America il Tata Martino nemmeno lo ha convocato, ed era già un Dybala simile a quello attuale, mentre all'inizio delle qualificazioni mondiali Bauza sembrava credere in lui: titolare contro l'Uruguay dietro all'inspiegabile Pratto e in mezzo a una linea comprendente Messi e Di Maria, ma espulso alla fine del primo tempo, assente per squalifica con il Venezuela, titolare con il Perù insieme a Higuain, Agüero e Di Maria, riserva con il Paraguay quando Bauza gli ha preferito Gaitán. Poi più niente, fra infortuni e scelte tecniche (sbagliate, evidentemente). Non è strampalato ipotizzare che con un Dybala almeno normale, schierato al suo posto, l'Argentina possa ancora qualificarsi: il calcio non è la somma di figurine, ma nemmeno autolesionismo.