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L'attimo fuggente / Vahidin Musemic

Redazione

27 aprile 2017

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I "se" e i "ma" non hanno mai portato da nessuna parte: il calcio è però deciso da centimetri, a volte frazioni di secondo in cui può cambiare il corso della storia. L'attimo fuggente vuole essere una carrellata di eroi mancati per un soffio e pagine scritte poi strappate, per colpa di un dettaglio fuori posto. Buona lettura. Film: Jugoslavia-Italia. Set: Stadio Olimpico, Roma (Italia). Data: 8 giugno 1968. Attore protagonista: Vahidin Musemic. Attori non protagonisti: Dino Zoff, Dragan Dzajic, Giorgio Ferrini. Trama: finale del campionato europeo per nazioni 1968. L'8 giugno la Nazionale italiana ha la possibilità di scrivere la storia davanti al proprio pubblico nell'ultimo atto. Ma dall'altra parte c'è un avversario altrettanto agguerrito e soprattutto insidioso: la Jugoslavia. Gli ospiti sono andati in vantaggio al 39° minuto con il loro miglior giocatore, il formidabile Dragan Dzajic. Più volte gli slavi vanno vicini al raddoppio, che avrebbe il valore di una condanna per gli azzurri. Ma la squadra di Valcareggi viene assistita dalla buona sorte, in particolare nel secondo tempo su un pallone che viaggia sul lato sinistro dell'area italiana. Ferrini non riesce a contrastare disperatamente lo stesso Dzajic che riesce ad indirizzare verso la porta, anticipando Zoff in uscita: la rete dell'Italia è completamente sguarnita. Il pallone scorre basso nell'area piccola. In quel momento arriva di gran carriera il centravanti jugoslavo Vahidin Musemic che si lancia in scivolata... tutti i tifosi italiani pensano "È finita". Ma clamorosamente Musemic non arriva in tempo all'appuntamento per qualche centimetro, la sfera esce tra il suo piede destro ed il palo spegnendosi sul fondo. Il numero 9 della Jugoslavia finisce sullo slancio dentro la porta, disperato. L'attimo fuggente è passato. Quel raddoppio avrebbe chiuso i conti laureando Dzajic e compagni campioni d'Europa, invece... all'80° Domenghini scaraventa un destro su punizione dal limite nella rete di Pantelic, che con molta fortuna passa tra le gambe di un avversario in barriera. Chi? Musemic. 1-1, partita ripetuta due giorni dopo e trionfo azzurro con reti di Riva e Anastasi, in un Olimpico illuminato da migliaia di torce accese sugli spalti. Dichiarerà Dzajic anni dopo, ritornando su quella prima finale: "Il mio rimpianto quando ripenso a quella partita, è proprio quell'occasione sciupata. Se avessimo segnato, avremmo vinto e saremmo diventati campioni d'Europa".
Già pubblicati: Rob Rensenbrink (19.04.2017)   Fabio Ornano @fabio_ornano

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