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Donnarumma e la sottovalutazione del portiere

Donnarumma e la sottovalutazione del portiere

Redazione

19 maggio 2017

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Forse nemmeno Donnarumma sa se l'anno prossimo Donnarumma giocherà nel Milan: dipende da troppe cose e i soldi sono soltanto una di queste, pur non dimenticando che attualmente lui è uno dei rossoneri che guadagna di meno. La certezza è invece un'altra e cioè che mai come in questa stagione pare che un portiere dal grande potenziale possa monetizzare la sua forza. Per una serie di circostanze, infatti, metà dei grandi club europei si trova senza un portiere di livello adeguato al proprio rango, in certi casi per naturale invecchiamento e in altri per scelte cervellotiche. Se il Manchester United sta seriamente pensando di trattare di pagare all'Atletico Madrid la clausola rescissoria di Oblak (100 milioni di euro...) o perlomeno di trattarla a cifre superiori alla metà, significa davvero che qualcosa è cambiato nella percezione di direttori sportivi e allenatori. A provarlo è la classifica dei trasferimenti più costosi nella storia del ruolo, che è tuttora capeggiata dal preistorico (del 2001...) Buffon dal Parma alla Juventus per 102 miliardi di lire, di sicuro gonfiati dalla valutazione del cartellino di Bachini (27 miliardi) come si usava all'epoca, ma comunque con 75 miliardi veri. Senza stare ad attualizzare la cifra con l'inflazione, stiamo parlando di 52 milioni di euro che fanno del portiere della Nazionale il più pagato della storia del calcio. Non si può dire che sia stata una cattiva operazione... Secondo in classifica Manuel Neuer, che nel 2011 il Bayern ha comprato dallo Schalke 04 per 30 milioni di euro. Terzo Francesco Toldo, che nell'estate 2001 passò dalla Fiorentina all'Inter per 26,5 milioni di euro. Quarto il David De Gea che Mourinho vorrebbe sostituire con Oblak, che nel 2011 il Manchester United pagò 25 milioni all'Atletico Madrid. Quinta un'altra operazione italiana, Frey dall'Inter al Parma nell'estate 2003 per 21 milioni. Sesto il Peruzzi dell'estate 1999, che Lippi convinse Moratti a pagare (alla Juventus) 19 milioni di euro. Settimo Claudio Bravo, l'estate scorsa dal Barcellona al Manchester City per 12 milioni, un'autentica guardiolata. Ottavo ancora Peruzzi che nel 2000 andò dall'Inter alla Lazio per 18 milioni. Nono appunto Oblak, nel 2014 dal Benfica all'Atletico Madrid per 16 milioni, decimo Handanovic che nel 2012 l'Inter pagò all'Udinese circa 12 milioni: valutazione da buon attaccante di serie B. Detto che molte operazioni sono da asteriscare, in particolare quelle italiane nel periodo delle plusvalenze selvagge (parte di quelle valutazioni dipendeva da altri affari in corso fra le due società), una considerazione sorge spontanea: anche in questi anni di megaoperazioni, con autentici cani della difesa, del centrocampo e dell'attacco pagati tranquillamente 30 o più milioni, in pochi hanno fatto investimenti pesanti sui portieri, nonostante si tratti del ruolo probabilmente più importante (di sicuro quello dove un minimo errore fa sempre la differenza) e di quello con la più alta longevità. Oblak e magari anche Donnarumma entreranno forse in questa top ten, ma il discorso non cambia: il portiere è mediamente sottovalutato, anche se qualcosa sta cambiando. Siccome gli allenatori non sono ciechi e non stiamo parlando di partite con i pali formati da borse e giacche, l'atto d'accusa è per i direttori sportivi che trovano più facile far 'girare' e infarcire le rose con giocatori di altri ruoli.

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