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L'azzurro triste di Alessandro Nesta

L'azzurro triste di Alessandro Nesta

Redazione

1 agosto 2017

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Dieci anni fa l'addio alla Nazionale di un giocatore nel pieno della carriera faceva ancora notizia, per questo quando il primo di agosto del 2007 Alessandro Nesta annunciò il suo addio alla maglia azzurra si innescarono innumerevoli dibattiti, con gli stessi argomenti (pro o contro) già usati per Maldini e Totti. Con l'effetto di tutti i dibattiti, cioè nessuno, perché Nesta in Nazionale non sarebbe più tornato. Il difensore, all'epoca trentunenne e fresco della seconda Champions League vinta con il Milan, comunicò la sua decisione un po' a sorpresa, a Milanello: "Mi spiace molto, perché alla Nazionale ho sempre tenuto tanto, ma non ce la faccio più". Problemi fisici ma anche una certa freddezza con Donadoni, probabilmente il commissario tecnico più sottovalutato di sempre (per lo stesso risultato all'Europeo a Conte è stata eretta la statua equestre), che indussero Nesta a concentrarsi sul Milan. Va poi detto che l'azzurro di Nesta era spesso stato amarissimo, nonostante le 78 presenze con 5 allenatori diversi: Cesare Maldini, Zoff, Trapattoni, Lippi e Donadoni, senza dimenticare Sacchi che lo convocò per Euro 1996 senza però farlo giocare. Tre Mondiali con grandi aspettative e da titolare annunciato, ma chiusi tutti e tre per infortunio: Francia '98 durante Italia-Austria, Giappone-Corea 2002 durante Italia-Croazia e il pur vittorioso Germania 2006 durante Italia-Repubblica Ceca, aprendo la strada a Materazzi che sarebbe stato un protagonista. Da sano l'amarezza della finale di Euro 2000 persa con la Francia ma anche la gioia, nell'Under 21 allenata da Maldini di un trionfo in finale sulla Spagna di Raul, De la Pena e Mendieta. Insomma, quel ritiro in anticipo sui tempi, poco dopo il matrimonio con Gabriela Pagnozzi (figlia di Raffaele, all'epoca segretario generale del CONI), fu la decisione di un giocatore che si riteneva in credito con l'azzurro e soprattutto con la fortuna. Chissà che non si rifaccia da allenatore. Adesso sta guidando con successo il Miami FC della NASL posseduto dall'italiano Riccardo Silva (l'uomo che nelle ultime stagioni ha commercializzato, fra le tante cose, i diritti della serie A per l'estero) e dove è coinvolto anche Paolo Maldini, ma con tutto il rispetto per la Florida le ambizioni sono sempre meno celate.

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