Quello di Bert van Marwijk dalla panchina dell'Arabia Saudita, rimpiazzato da Edgardo Bauza, è a livello di nazionali uno dei più strani esoneri della storia recente. Prima di tutto perché Van Marwijk è un tecnico dal prestigio enorme, visto che al di fuori di quei quattro o cinque paesi (fra questi l'Italia) nel resto del pianeta il prestigio è dato fondamentalmente dalla Coppa del Mondo e l'olandese nel 2010 sulla panchina della nazionale arancione ha davvero rischiato di vincerla nella finale con la Spagna, al di là di tutto ciò che ha fatto a livello di club fra Feyenoord e il resto. In secondo luogo Van Marwijk dall'estate 2015 a pochi giorni fa aveva lavorato benissimo, conquistando la qualificazione diretta a Russia 2018 (per l'Arabia la quinta della storia, l'ultima era stata a Germania 2006) e costringendo un'ottima nazionale come l'Australia a giocarsela al playoff, ottenendo oltretutto la miglior media punti nella storia dell'Arabia Saudita. Qualificazione ottenuta lottando fino alla fine, battendo nell'ultima partita il Giappone dopo aver perso proprio con gli Emirati di Bauza ormai fuori dai giochi. La terza stranezza è che per sostituirlo sia stato scelto un allenatore come Bauza, strappandolo al contratto con gli Emirati Arabi manco fosse Mourinho o Guardiola, Emirati dove l'argentino era approdato dopo pochi disastrosi mesi con l'Albiceleste (ma l'encefalogramma è piatto anche con Sampaoli, nonostante i tanti, paradossalmente troppi, campioni). Ai giornalisti olandesi Van Marwijk ha spiegato la situazione dicendo che in pratica la federazione saudita voleva imporgli di vivere in loco e l'utilizzo di collaboratori arabi, una volta ottenuta la qualificazione, ma che nessuno gli ha comunicato l'esonero né in via formale né informale. Insomma, di Bauza avrebbe saputo come noi leggendo i giornali. L'argentino così in pochi mesi completa un bel percorso: cacciato ad aprile dalla guida di Messi e compagni, dopo pochi giorni trova lavoro negli Emirati ma non si qualifica per il Mondiale, a cui andrà con l'Arabia. In pratica parteciperà a un Mondiale per cui ha fallito la qualificazione con ben due nazionali... Non è certo un inedito nella storia del Mondiale, l'esonero dell'allenatore che ha conquistato la qualificazione, ma fa sempre sensazione. Così come non è inedito l'allenatore straniero sulla panchina dell'Arabia, che in passato ha ingaggiato grandi come Zagallo, Beenhakker, Parreira e Rijkaard: Bauza è il terzo argentino dopo Jorge Solari (lo zio di Santiago, da giocatore in campo nel violentissimo quarto di finale con l'Inghilterra al Mondiale 1966) e Gabriel Calderon: discreto centrocampista in campo a Spagna '82, per mezz'ora anche nella partita con gli azzurri, e soprattutto a Italia '90, quando nella rosa dei 22 di Bilardo oltre a Maradona c'era anche un difensore chiamato Edgardo Bauza.