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Primavera non sempre Verdi

Primavera non sempre Verdi

Redazione

20 settembre 2017

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La maturazione di Simone Verdi è sotto gli occhi di tutti, soprattutto di Ventura che anche in Bologna-Inter lo ha seguito dal vivo e lo tiene in grande considerazione per il futuro azzurro. Sempre che per Ventura un futuro azzurro dopo gli spareggi mondiali di novembre ci sia... Siccome Verdi ha 25 anni e fin dalle stagioni nel settore giovanile del Milan si è parlato di lui il tema sarebbe sempre quello, i mitici 'giovani italiani' nei quali i grandi club non credono, condannandoli ad emergere (quando emergono) in provincia e dandogli la grande chance quando i 30 anni sono più vicini dei 20. Sarà vero? Nell'ultima Primavera rossonera in cui faceva grandi cose Verdi, classe 1992, c'erano fra gli altri De Sciglio, Sampirisi, Ganz, Piscitelli, Rodrigo Ely, Merkel, per citare chi ha avuto una carriera professionistica buona o almeno discreta. Il punto non è però questo, ma che nella stagione 2011-12, quando Verdi per motivi di età fu costretto ad affacciarsi al calcio degli adulti, nel Milan allenato da Allegri (sembra un secolo fa) gli attaccanti erano Ibrahimovic, Robinho, Pato, Inzaghi, Cassano (al di là dei problemi cardiaci che sarebbero emersi), El Shaarawy, senza contare Maxi Lopez che sarebbe arrivato in gennaio in una squadra che era campione d'Italia e con buone possibilità di riconfermarsi (poi vinse la prima Juve di Conte). Quale spazio poteva esserci per il Verdi dell'epoca, ma anche per quello attuale? In sostanza le possibilità in un grande club dipendono dal momento storico in cui si è pronti per il salto, discorso che vale in parte anche per i fenomeni e nel 100% dei casi per quelli di cilindrata media.

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