Quanto sta accadendo in Catalogna fa pensare, restringendo il discorso al calcio, a quanto varrebbe una ipotetica nazionale catalana allenata, buttiamo lì un nome non a caso, da
Pep Guardiola. La formazione
proposta dal Corriere dello Sport già da subito sarebbe da Europa medio-alta: Casilla (Real Madrid), Bellerin (Arsenal), Piqué (Barcellona), Bartra (Borussia Dortmund), Jordi Alba (Barcellona), Busquets (Barcellona), Fabregas (Chelsea), Thiago Alcantara (Bayern Monaco), Deulofeu (Barcellona), Diaz (Lione), Keita (Monaco). Difficile che una squadra del genere possa rimanere fuori da un Mondiale o a maggior ragione da un Europeo come quelli di adesso. Senza inerpicarci in scenari politici è possibile che la Catalogna calcistica abbia un futuro tipo Scozia, non sappiamo quanto prossimo, all'interno di UEFA e FIFA: cosa che attualmente non è, visto che la pur storica selezione catalana, che disputa partite dal 1905 con varie denominazioni, non è riconosciuta dal governo del calcio né tanto meno dalle altre federazioni. Suo c.t. attuale è
Gerard Lopez e quasi ogni anno disputa almeno un'amichevole. Ma fra i suoi selezionatori del passato ha avuto autentici miti, non solo per il popolo catalano, come
Laszlo Kubala e soprattutto, dal 2009 al 2013,
Johan Cruijff. Il fuoriclasse olandese, che non allenava dal 1996 (quando lasciò la panchina del Barcellona dopo 8 indimenticabili anni), fu chiamato a guidare la squadra che all'epoca sembrava davvero sul punto di venire affiliata alla FIFA. L'idea di Cruijff era quella di migliorare fin da subito il livello delle amichevoli della Catalogna, al punto che invitò a Barcellona l'Argentina di Maradona ed avviò un mezzo discorso anche con l'Italia. Battere le grandi nazionali, pensava non a torto Cruijff, sarebbe stato un biglietto da visita migliore di mille rivendicazioni teoriche. Il primo obbiettivo fu raggiunto: il 22 dicembre del 2009 la Catalogna battè 4-2 l'Argentina, in un Camp Nou impazzito di gioia e non particolarmente caloroso nei confronti di Maradona nonostante il suo ottimo biennio (1982-1984) in blaugrana, un Maradona che era squalificato e dovette assistere dalla tribuna. Era la squadra di Puyol, Xavi e Victor Valdes, ma anche già di Piqué e Busquets, che ebbe la meglio nei confronti di un'Albiceleste superoffensiva, con in campo contemporaneamente Lavezzi, Pastore, Di Maria e Higuain, mentre Messi era opportunamente infortunato e soltanto a partita in corso si videro Banega e Martin Palermo. Partita bellissima (da rivedere il gol di Bojan, simile a quello di Baggio alla Cecoslovacchia a Italia '90) ed in ogni caso da ricordare, non fosse altro che per la sfida fra Cruijff e Maradona. La federazione spagnola, che si stava godendo gli anni migliori della generazione d'oro, intuì il pericolo e fece pressione sulle grandi federazioni perché si sfilassero dagli inviti di Cruijff, così la Catalogna tornò a giocare con i vari Honduras, Tunisia e Nigeria. Così Cruijff, alle prese anche con i suoi problemi di salute, diede le dimissioni e la nazionale catalana uscì dai radar. Fino ad oggi.
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