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Per trovare il primo precedente mondiale fra Italia e Svezia bisogna risalire a Brasile 1950, anche se non bisogna dimenticare che prima del 1930 i Giochi Olimpici avevano per il calcio un valore quasi da Coppa del Mondo e che nel 1912 proprio a Stoccolma l'Italia allenata da un giovanissimo Vittorio Pozzo aveva sconfitto per 1 a 0 i padroni di casa nel torneo di consolazione. 38 anni dopo, nel primo Mondiale del dopoguerra, Italia e Svezia erano state sorteggiate nello stesso girone di Paraguay e India. Ma poco prima dell'inizio il girone diventò a tre squadre, per il ritiro dell'India dovuto un po' al divieto della FIFA di giocare a piedi nudi (ai Giochi di Londra 1948 metà della selezione indiana aveva giocato in questo modo e anche con buoni risultati) e molto alla scarsa considerazione che l'India, fresca di indipendenza, dava al Mondiale rispetto ad un'Olimpiade. Da notare che mai più l'India avrebbe avuto questa opportunità...
Siccome al turno successivo sarebbe passata soltanto la prima del girone la partita d'esordio fra Italia e Svezia fu da subito decisiva. Domenica 25 giugno al Pacaembu di San Paolo la Nazionale guidata da Ferruccio Novo, il presidente del Grande Torino distrutto l'anno prima a Superga, disputò una ottima partita contro i campioni olimpici in carica, che schieravano talenti come Hasse Jeppson e Lennart Skoglund, che di lì a poco sarebbero arrivati in serie A. L'Italia iniziò benissimo andando in vantaggio con Carapellese su assist di Cappello e sfiorando più volte il raddoppio con Muccinelli, poi gli svedesi si imposero soprattutto sul piano fisico ma anche grazie alla classe di Jeppsson, che fece impazzire Parola segnando due gol che insieme a quello di Andersson portarono la partita sul 3 a 1.
A questo punto quella che si poteva considerare quasi un'Italia B, visto che fino al 1949 quasi tutta la nazionale era composta dai giocatori del Torino, giocò un ultimo quarto d'ora di intensità straordinaria: altro assist di Cappello e gol del 2-3 di Muccinelli, poi si scatenò Boniperti che costrinse il portiere svedese a due miracoli. Proprio al 90' Carapellese prese la traversa e le speranze dell'Italia, bicampione del mondo in carica, finirono lì. Con tanti rimpianti, grande onore e qualche giustificazione come quella della stanchezza per il viaggio fatto in nave visto che il ricordo di Superga era ancora troppo fresco. Sempre a San Paolo gli azzurri avrebbero poi battuto il Paraguay 2 a 0, ma la vera partita era stata già persa.
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