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La sconfitta con il Lipsia permetterà al Napoli di concentrarsi sulla lotta per lo scudetto e riaccende il dibattito sul rendimento europeo del suo allenatore. Che però non è inferiore, in proporzione, a quello di Allegri...
La disfatta casalinga contro il Lipsia è stata per il Napoli qualcosa di annunciato, anche se la formazione messa in campo da Sarri pur con il turnover sembrava sulla carta all’altezza della situazione. Degli undici titolari della squadra che la settimana scorsa ha travolto la Lazio erano infatti in campo, dal primo minuto, Reina, Hysaj, Tonelli, Koulibaly, Hamsik e Callejon, mentre a partita in corso sono entrati Mario Rui, Insigne (con il Napoli in vantaggio) e Allan (sull’1-1). Ricordando che Mertens non c’era ma per squalifica. Insomma, l’abbandono dell’Europa League è nei fatti e nelle motivazioni, ma da qui a dire che sia stato programmato ce ne passa. Certo è che, corsa per lo scudetto o no, in campo internazionale il Napoli di Sarri è sempre stato inferiore alla sua versione italiana. Una banalità che peraltro vale per tutti, dal Real Madrid in giù.
Nelle 100 partite di serie A sulla panchina del Napoli Sarri ne ha finora vinte 71, con 18 pareggi e 11 sconfitte. Media punti 2,17, con 228 gol fatti e 86 subiti. Tutt’altra musica in Europa, dove fra Europa League, preliminari di Champions e Champions propriamente detta le partite del Napoli con Sarri al timone sono state finora 25, con una media punti di 1,68. È chiaro che il livello delle avversarie è diverso, quindi il vero confronto non va fatto fra i due Napoli, ammesso che si possa parlare di due Napoli, ma con la Juventus di Allegri. Nelle sue finora tre stagioni e mezzo sulla panchina bianconera in campionato Allegri viaggia sui 2,40 punti a partita (138 le gare disputate), mentre in 41 partite di Champions la sua media punti è stata di 1,90. Non vogliamo ammorbare con i calcoli, diciamo solo che un punto europeo del Napoli di Sarri vale 1,29 punti in campionato (in altre parole, in Italia la vita è del 30% più facile) mentre uno della Juve di Allegri vale 1,27.
Traduzione: la mitica ‘mentalità internazionale’ non esiste, mentre esistono squadre più o meno forti, rose più o meno ampie, e soprattutto scelte dolorose da effettuare nel presente. Insomma, in rapporto al materiale umano a disposizione l’Allegri internazionale vale Sarri. Difficile poi pensare di essere grandi favoriti in una coppa in cui sono ancora in pista Atletico Madrid, Arsenal, Borussia Dortmund e una serie di realtà medie che, essendo ai sedicesimi di finale, rendono tutto molto incerto. E in ogni caso, come ha ufficializzato il San Paolo quasi vuoto, nessuna Europa League e forse nemmeno un buon cammino in Champions varrebbero lo scudetto.
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