Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Juventus v AC Milan - TIM Cup Final

ROME, ITALY - MAY 09:  head coach of Juventus Massimiliano Allegri  celebrates after winning the TIM Cup  Final between Juventus and AC Milan at Stadio Olimpico on May 9, 2018 in Rome, Italy.  (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)© Juventus FC via Getty Images

Allegri e l'importanza della quarta Coppa Italia

La vittoria della Juventus in finale sul Milan e il suo clamoroso risultato Auditel confermano la buonissima salute di quello che una volta era un trofeo di consolazione. È solo l'undicesima volta, su settantuno, che lo vince la squadra campione d'Italia...

10 maggio 2018

  • Link copiato

Il 4-0 con cui la Juventus ha battuto il Milan nella finale dell’Olimpico ha dato ai bianconeri la quarta Coppa Italia nelle ultime quattro stagioni, cosa che a chi segue il calcio soltanto dal 2014 può magari sembrare scontata: in fondo è logico che la squadra più forte d’Italia oltre allo scudetto vinca anche un trofeo giocato su poche partite, con le avversarie forti solo negli ultimi turni (non è il caso del 2017-18, visto che la Juve non ha incrociato nessuna fra Napoli, Roma, Lazio e Inter), pur con tutte le incertezze dell’eliminazione diretta. E invece il risultato di Allegri non è soltanto notarile statistica, ma una vera e propria impresa.

Nelle 71 edizioni della sua travagliata storia, senza entrare nel merito dei cambi di formula e di data, la nostra coppa nazionale soltanto 11 volte è stata vinta dalla squadra che nella stessa stagione è stata campione d’Italia: il Torino 1942-43, la Juventus 1959-60, il Napoli 1986-87, la Juventus 1994-95, la Lazio 1999-2000, l’Inter 2005-2006 (da asteriscare, perché lo scudetto le sarebbe stato assegnato a tavolino per Calciopoli), l’Inter 2009-2010 e, appunto, la Juventus nelle ultime 4 stagioni. L’unico caso, di questi 11, in cui nella stagione è stata vinta anche una coppa europea è stato quello dell’Inter del Triplete di Mourinho. È in ogni caso evidente che nell’era moderna il Double all’italiana è molto meno raro che in passato, segno la Coppa Italia è diventata nel corso degli anni sempre meno un trofeo di consolazione, per diversi motivi.

Il primo: le finali e in generale gli ultimi turni si sono nell’ultimo trentennio quasi sempre giocati con il campionato ancora in corso o appena finito. L’ultima coppa Italia assegnata con l’estate già iniziata risale al 28 giugno 1989, quando la Sampdoria di Vialli (citato non a caso, perché la finale di ritorno si disputò allo Zini di Cremona, visti i lavori per Italia ’90 a Marassi) battè il Napoli di Maradona. È chiaro che più si va verso le vacanze più la tensione di chi ha vinto lo scudetto cala. Secondo motivo: le squadre più forti hanno rose sempre più ampie e un maggior numero di giocatori veri fra le riserve, la Juventus B probabilmente se la giocherebbe per il secondo posto in campionato. Però a questo giro la Juventus B si è vista solo nell’ottavo con il Genoa e in parte nel quarto con il Torino: nelle semifinali con l’Atalanta e a maggior ragione con il Milan è stata schierata la migliore Juventus possibile.

Terzo motivo: la Coppa Italia è diventata qualcosa di molto importante a livello televisivo, come prova anche il contratto firmato con la Rai per il trienno 2018-2021 (35,5 milioni a stagione, più 60% rispetto all’accordo precedente). È l’unica isola di grande calcio di club trasmesso in chiaro, a parte qualche finestra per Champions ed Europa League, con tutto quel che ne consegue in termini di popolarità e fidelizzazione. I risultati Auditel per la finale sono stati clamorosi: 10.583.000 spettatori sintonizzati su Rai 1, per uno share del 39,2%. Con l’appassionato tiepido che non è certo stato incollato allo schermo fino al 90’… Quarto motivo: la distanza fra le squadre medie e quelle grandi è aumentata, e a dire il vero negli ultimi anni è aumentata anche quella fra la Juventus e le altre grandi tradizionali. Una volta giocare al 90% poteva non bastare: inimmaginabile nel 2018 vedere una finale di Coppa Italia vinta dall’ottava squadra di serie A (il Vicenza di Guidolin) contro la tredicesima (il Napoli che aveva appena esonerato Simoni e che in panchina aveva Montefusco) come accadde nel 1997. A tutte queste situazioni la Juventus di quest’anno ha aggiunto la rabbia per l’eliminazione dai quarti di Champions League e alcune motivazioni dei singoli (Buffon e Allegri, mai visto così carico: anche troppo) ben oltre l’importanza della Coppa Italia. 

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Loading...





















Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi