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Francia, i funerali dell'ex ct Henri Michel

French former football players Maxime Bossis (L) and  Patrick Battiston (R) and French former football player and former UEFA head Michel Platini (C)  attend the funeral ceremony of former France football coach Henri Michel at the Saint-Sauveur Cathedral in Aix-en-Provence, southeastern France, on April 27, 2018.
Former France football coach Henri Michel, who led Les Bleus to the 1984 Olympic title, has died at the age of 70, the French players' union announced on April 24, 2018. / AFP PHOTO / BORIS HORVAT© AFPS

La memoria mondiale di Platini

L'ex presidente della UEFA e organizzatore di Francia '98 ha raccontato alla radio francese che vent'anni fa Francia e Brasile furono 'sorteggiate' in due gironi ben precisi, in modo che si potessero affrontare solo in finale. Ma non ci fu alcun sorteggio...

19 maggio 2018

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Che i sorteggi di grandi e piccole manifestazioni calcistiche siano spesso taroccati, o per lo meno indirizzati in modo che certe partite si possano giocare solo alla fine, non è una notizia. Che lo dica il capo del comitato organizzatore di un Mondiale invece forse lo è: per questo le dichiarazioni di Michel Platini a Radio France hanno fatto tanto rumore. Dichiarazioni che non sono fake news, davvero Platini ha usato quelle parole, mentre fake sono le interpretazioni che hanno ipotizzato qualcosa di sporco. In realtà il numero uno di Francia 1998 insieme a Fernand Sastre ha soltanto spiegato che l’obbiettivo degli organizzatori era avere una finale Francia-Brasile a Saint Denis e che semplicemente le due squadre erano state collocate in due gironi dove arrivando entrambe prime sarebbero finite in due parti diverse del tabellone. L’operazione fu perfezionata, ma questo Platini non lo ha detto, con due gironi morbidi: la Francia nel gruoppo C con Danimarca, Sudafrica e Arabia Saudita, il Brasile in quello A con Norvegia, Scozia e Marocco.

Il progetto sarebbe infatti saltato se una delle due fosse arrivata seconda, ma al di là di questi calcoli bisogna tornare a quel 4 dicembre 1997, quando alle 18 e 45 al Velodrome di Marsiglia Sepp Blatter, all’epoca ancora segretario della FIFA (pochi mesi dopo Havelange, travolto da vari scandali, gli avrebbe lasciato la presidenza), fu il grande cerimoniere del sorteggio dei gironi. Bisogna ricordare che nonostante le pressioni dell’Inghilterra e dei paesi africani le teste di serie erano state decise da criteri oggettivi, non da scelte di Blatter o Platini: i risultati dei precedenti 3 Mondiali (al 60%) e la posizione nel ranking FIFA nel 1995, 1996 e 1997 (al 40%). Assicurato il posto nella prima urna al Brasile campione in carica e alla Francia paese organizzatore, i criteri scelti premiarono così, nell’ordine, Germania, Italia, Spagna, Argentina, Romania e Olanda.

Veniamo al punto: l’idea di Platini era quella di assegnare ogni testa di serie ad una città, già in anticipo, in base a valutazioni sul numero di tifosi al seguito. L’Esecutivo FIFA, cioè Blatter, non era d’accordo perché temeva che il sorteggio perdesse in spettacolarità, e così si trovò una soluzione di compromesso: soltanto detentori e organizzatori avrebbero saputo in anticipo la loro destinazione. Due giorni prima del sorteggio fu annunciato che il Brasile avrebbe giocato nel gruppo A (partite a Saint Denis, Nantes e Marsiglia) e la Francia in quello C (Marsiglia, Saint Denis e Lione). Insomma, in questo caso nessun sorteggio truccato ma una scelta politica, magari discutibile ma alla luce del sole. Non giureremmo invece sulla trasparenza del sorteggio dei gironi propriamente detto, con le 9 europee residue (Austria, Scozia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Norvegia, Inghilterra e Jugoslavia) in un’unica urna e il criterio di evitare un girone con tre europee, quindi con una delle nove che obbligatoriamente doveva finire con Brasile o Argentina.

La cerimonia del sorteggio fu una delle più divertenti che si ricordino, forse la migliore della storia, con una grande scenografia e valletti come Beckenbauer, Carlos Alberto Parreira e Marius Tresor. Proprio il grande libero della Francia degli anni Settanta e Ottanta fece un pasticcio, diciamo pasticcio volendo credere alla buona fede di tutti: dovendo estrarre le squadre nell’urna Sudamerica/Asia, pescò una pallina che Blatter lo invitò platealmente a rimettere nell’urna perché l’eventuale sudamericana non avrebbe dovuto andare nel girone di Brasile o Argentina e quindi bisognava procedere prima all’associazione con una testa di serie europea. E quindi? La ‘rivelazione’ di Platini alla radio francese tutto era tranne che una rivelazione. Altro discorso quando qualcuno della cilindrata dell’ex presidente UEFA ci parlerà di palline calde e fredde, con altri magheggi fatti in diretta mondiale: memorabile quello per il Mondiale 1982, con il Belgio, estratto per il girone dell’Italia (all’epoca protettissima, grazie al vicepresidente FIFA Artemio Franchi) e considerato alla vigilia più pericoloso della Polonia, fu dirottato su quello dell’Argentina. Conclusione? Platini, come è nel suo stile (quello che l'ha reso grandissimo ma anche poi l'ha in parte rovinato), voleva fare solo una battuta da fenomeno.

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