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Battendo il Liverpool nella finale di Kiev l'allenatore del Real Madrid è diventato il primo nella storia a conquistare tre Coppe dei Campioni-Champions League di fila. Merito dei suoi campioni ma anche della sua filosofia da ex campione...
La vittoria del Real Madrid nella finale di Champions League contro il Liverpool ha dato a Zinedine Zidane la terza Champions League in meno di due anni e mezzo, visto che il campione del Mondo 1998 è entrato in carica soltanto nel gennaio del 2016, prenendo il posto di Rafa Benitez. Per un allenatore è un record assoluto. Una tripletta del Real paragonabile a quella dell’Ajax e del Bayern Monaco anni Settanta, ma sempre con Zidane alla guida (invece prima Michels e poi Kovacs governarono l’Ajax, Lattek e poi Cramer per il Bayern), statisticamente inferiore soltanto a quello del Real di Santiago Bernabeu di cui però nessuno ricorda gli allenatori, che pure erano di qualità: Villalonga (poi c.t. spagnolo), Carniglia (che in Italia avrebbe allenato senza grandi successi ben sei squadre, fra cui Milan e Juventus) e Munoz (anche lui c.t. spagnolo, negli anni Ottanta), senza contare i pochi mesi di Fleitas.
Questa terza Champions consecutiva del Real si inquadra in un ciclo più ampio, iniziato con la vittoria di Ancelotti nel 2014, basato su una difesa affidabilissima (il quartetto titolare è rimasto lo stesso) e un centrocampo di qualità al servizio di Cristiano Ronaldo e del suo scudiero Benzema, causa prima delle cessioni di Higuain e Morata, forse più più forti e di sicuro più continui di lui. Questi grandi ragionamenti storici valgono meno di una partita in cui il miglior giocatore degli avversari, Salah, è stato fatto fuori quasi scientificamente da Sergio Ramos (non ha fatto niente per non trascinarlo a terra, se vogliamo proprio essere buonisti), Bale ha segnato il gol della vita e in cui il portiere del Liverpool è entrato nella storia del calcio nel modo sbagliato: due errori tecnici di questa portata in una partita così importante non si ricordano. L'unica colpa che Klopp si può imputare e di avere scelto due anni fa Karius, fra i 200 portieri disponibili sul mercato, di averlo messo in competizione con il più regolare Mignolet e di averlo poi schierato in tutte le partite decisive, anche se a onore del vero Karius ha giocato meglio in questa stagione che nella precedente, in cui dopo i primi mediocri mesi era stato collocato in panchina quasi di fisso.
Gli aspetti tattici dello Zidane allenatore sono stati mille volte analizzati: il trequartista con la gamba per stare anche sulla fascia, che durante la partita va a cercarsi la posizione, è un po’ il suo tocco in una squadra dove lavora soprattutto a livello psicologico e dove le alternative, al di là dei luoghi comuni sui Galacticos, sono meno di quelle a disposizione di Guardiola o di Allegri: basti pensare che contro la Juve ha dovuto giocare (male) centrale difensivo uno come Vallejo e che qualsiasi piccolo infortunio di Benzema fa rientrare in gioco Borja Mayoral. Alla fine le grandi scelte di Zidane si riducono a Nacho Fernandez come jolly difensivo, ad Asensio sulla sinistra del centrocampo per spaccare le partite e soprattutto, è ovvio, a Bale (o Isco, se il gallese parte titolare). Il resto è classe medio-bassa, da Kovacic a Ceballos, per citare giocatori ai quali le circostanze hanno regalato spazio.
Non che al Real mancassero i soldi per qualche riserva di qualità in più, ma è proprio qui che si è vista la mentalità dell’ex giocatore: meglio costruire qualcosa intorno a campioni e con gerarchie chiare, che dover gestire lo scontento degli esclusi. Non è un caso che la scorsa estate siano stati ceduti, e anche bene, Morata al Chelsea e Danilo al Manchester City, oltre che lasciati andare Pepe e Fabio Coentrao (in prestito), e che in quella 2016 Zidane abbia dato il via libera per la partenza verso il PSG di un grande e scalpitante talento (per quanto ultimamente in ribasso, allo Stoke City) come Jesé. Logiche che hanno pagato non solo in Champions, visto che l’anno scorso è stata vinta anche la Liga, e che con altri nomi saranno anche quelle del futuro, con il dopo Cristiano Ronaldo già iniziato.
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