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La riserva del Villarreal, ex promessa mancata del Real Madrid, è stato il giocatore che ha illuminato la prima partita del Mondiale. Con due gol spettacolari e tante giocate da campione, dopo essere entrato per infortunio di un compagno...
Da riserva con pochissime possibilità di giocare Denis Cheryshev è diventato l’uomo decisivo per il clamoroso 5-0 con cui la Russia ha inaugurato il suo Mondiale: un metaforico dito medio (per citare il numero di gran classe fatto da Robbie Williams durante la cerimonia inaugurale) a tutti quelli che ritenevano i padroni di casa fra le peggiori squadre della manifestazione: il ranking FIFA rimane comunque al numero 70…
Dire che una mossa ha deciso la partita è azzardato, vista la clamorosa scarsezza fisica e tecnica degli arabi che due settimane fa avevano fatto una migliore impressione contro l’Italia di Mancini, cosa che ci dovrebbe far pensare. Però il calcio è così e se a metà primo tempo Dzagoev non si fosse fatto male (i russi già erano avanti 1-0: di Yuri Gazinsky il primo gol del Mondiale) magari avremmo visto un’altra partita. L’attesissimo Golovin è stato spostato dalla sinistra al più congeniale centro, mentre sulla fascia è stato messo proprio Cheryshev. Che ben supportato dall’anziano Zhirkov ha creato tantissimo e segnato anche due gol che se li avesse fatti Neymar saremmo qua a sbavare e a retwettare per una settimana. In particolare ha fatto impressione il primo, mettendo a sedere, nel vero senso dell’espressione, due difensori e poi un terzo, ma anche quello del 4-0, controllo e sinistro in corsa, merita replay su replay. Chissà se il Real Madrid, dove è cresciuto e dove qualche anno fa ha sperato di ritornare dopo i tanti prestiti, inizierà a guardare con occhi diversi un giocatore non più giovanissimo (28 anni) ma che rischia di diventare una delle stelle del Mondiale. Stiamo parlando di uno che nel Villarreal fa la riserva e nemmeno con grandi guizzi, visto che nell’ultima stagione di Liga ha segnato gli stessi 2 gol messi al Luzhniki davanti a Putin e Infantino.
In generale si è vista una Russia aggressiva, schierata con un 4-2-3-1 stretto parente del 4-4-2, che guardando al resto del girone si è forse apparecchiata un doppio risultato possibile nella partita di San Pietroburgo con l’Egitto che già martedì deciderà il suo passaggio agli ottavi. Premiata la scelta di Cherchesov di prendere schiaffi in amichevoli di lusso (nell’ultimo anno Argentina, Spagna, Brasile e Francia, fra le altre) invece di avvicinarsi in maniera più morbida al grande appuntamento. Golovin, il giocatore più citato degli ultimi giorni con valutazioni che andavano dalla serie C alla titolarità nel Real Madrid, ha fatto una buonissima impressione, anche atletica, ma contro dei signor nessuno: nemmeno cattivi o fallosi (hanno fatto la metà dei falli rispetto ai padroni di casa), sempre a rispettosa distanza. A proposito: incomprensibili le scelte tattiche di Pizzi, che ha riempito la squadra di giocatori semi-offensivi lasciando a lottare in mezzo al campo il solo Abdullah Ateef. Parere personale: il ventiduenne del CSKA Mosca sarebbe un giocatore fatto e finito per l’Arsenal di Wenger, se soltanto Wenger fosse ancora all’Arsenal. Comunque un ottimo esordio per la Russia, viste le premesse.
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