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La stella del Portogallo non ha dato un gran contributo alla sua squadra nell'ottavo perso contro l'Uruguay, ma la sua uscita di scena ha differenze significative con quella di Messi. Certo è che la nazionale di Fernando Santos non aveva le qualità per andare molto più avanti...
Gli dei cadono, come tutti, ma in maniera diversa. Un buon Portogallo e un cattivo Cristiano Ronaldo hanno chiuso il loro Mondiale contro l’ordinatissimo Uruguay di Tabarez, che possiede due dei migliori attaccanti (forse uno, se l’infortunio di Cavani al polpaccio si rivelerà serio) e i due migliori difensori centrali del pianeta. Il torneo di CR7 si è quindi chiuso nello stesso giorno in cui si è chiuso quello del rivale mediatico Messi, anche se nessuno osava considerare il Portogallo fra le favorite per la vittoria mentre contro l’evidenza tutti aspettavamo la resurrezione dell’Argentina.
Utile ricordare che il Portogallo, così come l’Argentina, ha giocato senza prima punta. Solo che Fernando Santos non l’ha fatto per scelta, ma per la manifesta scarsezza di Guedes e Andre Silva: alternati ma mai decisivi, un vero spot contro le valutazioni gonfiate. Con Cristiano Ronaldo troppo lontano dalla porta, stanchissimo e con poche giocate di qualità, il leader della squadra è diventato Bernardo Silva che ha finalmente abbandonato la fascia destra per trasformarsi da regista laterale (così si dice di chi non ha il passo dell’ala, come era con Beckham) in uomo a tutto campo, trascinando il Portogallo a un assalto continuo anche se sterile. Anche per meriti di Gimenez-Godin, ovviamente, con la mossa di Quaresma che non ha scardinato il bunker. Poca spinta dai laterali, cosa che rende ancora più inspiegabile la mancata convocazione di Cancelo, poca qualità nel resto del centrocampo a partire da João Mario, con Adrien Silva ancora preferito a Moutinho e William Carvalho che qualche pallone lo ha almeno recuperato. In generale il Portogallo ha una qualità media inferiore all’Uruguay e l’eliminazione negli ottavi ci sta tutta, è proprio il suo livello, anche se poi i giocatori da copertina fagocitano tutto.
Nel torneo il Portogallo si è sempre comportato come una vera squadra, con tutti suoi limiti esce dal Mondiale con onore. Il problema è che non è stato una grande squadra: con la Spagna è stato salvato dalle incertezze di De Gea e da CR7, con il Marocco ha sofferto e con l’Iran ha addirittura rischiato l’eliminazione nel finale. Insomma, un Mondiale modesto sia con il senno di prima sia con quello di poi e un futuro abbastanza incerto. Fra chi non è stato portato in Russia si deve pensare a Cancelo, Semedo, Andre Gomes, soprattutto a Ruben Neves e Rony Lopes, per citare giocatori che a Qatar 2022 avranno meno, anche molto meno, di 30 anni. Ma è chiaro che nessuno in Portogallo abbia davvero voglia di iniziare il dopo Cristiano Ronaldo, a partire da lui. Che in Qatar avrebbe 37 anni, anche se dice che ne sente dieci di meno.
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