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Con l'acquisto del numero uno del mondo la Juventus ha messo a segno un colpo fra i più grandi nella storia del nostro calcio. Con i precedenti che riguardavano epoche in cui la serie A era il centro del pianeta...
La firma di Cristiano Ronaldo con la Juventus, con poco più di 100 milioni di euro al Real Madrid e 240 lordi in 4 stagioni al giocatore, è senza dubbio uno dei tre colpi più clamorosi nella storia del calcio italiano, insieme a Maradona-Napoli 1984 e Ronaldo-Inter 1997. Stiamo parlando del giocatore considerato dalla maggioranza degli addetti ai lavori e degli appassionati il numero uno del mondo, è bene ricordarlo, non di un campione ‘normale’. E anche se la serie A ha avuto altri numeri uno del pianeta, magari anche aiutandoli a diventare numeri uno (Platini, Van Basten, Matthäus, Zidane, Kakà…), per non parlare degli ex, soltanto in questi tre casi li ha ingaggiati con la loro stella al massimo della luminosità.
Il caso di CR7 presenta però alcune peculiarità rispetto a quello degli altri due fenomeni. Prima di tutto Maradona era arrivato in Italia con i 24 anni ancora da compiere, Ronaldo a nemmeno 21, entrambi dal Barcellona. Avevano insomma ancora tanto da dire e da dare, anche se poi la carriera ad altissimo livello di Ronaldo sarebbe durata meno del previsto. CR7 ha invece già compiuto 33 anni, potrebbe rimanere ad altissimo livello per un quadriennio (sogna il Mondiale in Qatar) come iniziare il declino domani mattina, di sicuro il suo meglio lo ha già dato e non è un caso che nell'ultima stagione abbia avuto difficoltà negli impegni ravvicinati nonostante il suo allenamento maniacale.
In secondo luogo l’Italia degli arrivi di Maradona e Ronaldo, metà anni Ottanta e fine anni Novanta, era l’approdo naturale dei migliori calciatori del mondo, anche in squadre di secondo piano: ipotizzare oggi che il leader del Brasile giochi nell’Udinese e il centravanti dell’Argentina nell’Avellino sarebbe puro fantacalcio. La Premier League non era ancora nata (tempi di Maradona) o era appena nata (Ronaldo) ma con un impronta ancora britannica, mentre il PSG era una normale squadra francese e il Real Madrid si stava riorganizzando per tornare ai fasti del passato (ci sarebbe riuscito, come è noto). Cristiano Ronaldo arriva invece in un contesto in cui pochissimi possono avvicinarsi al suo livello, non per colpa sua o della Juve ma perché sono cambiati i tempi e ad avere i soldi veri, nel mondo, sono in tanti. Ci sono più squadre disposte ad acquistare campioni che campioni, come certe valutazioni inglesi dimostrano.
Terzo: la tecnologia, i social network e decenni di evoluzione fanno sì che un colpo del livello di CR7 abbia un’amplificazione mediatica superiore a quella avuta da Maradona e Ronaldo ai loro tempi, che pure non erano preistoria. È proprio qui che l’operazione Cristiano Ronaldo risulta vincente in anticipo. Siamo nella terra promessa del tarocco e del merchandising ufficioso, ma il potenziale commerciale del portoghese si allarga a tutto il mondo e anche se i soldi spesi per lui non dovessero essere recuperati in senso stretto l’investimento sul proprio marchio, intendendo il marchio Juventus, avrà effetti positivi anche molti anni dopo il ritiro del giocatore. Un colpo che può cambiare la storia della Juventus e non certo per il probabile ottavo scudetto consecutivo, mentre discutibili sono le ricadute sul resto della serie A. I diritti televisivi sono già stati venduti (affare quindi per Sky e DAZN), molte sponsorizzazioni sono pluriennali, gli stadi in trasferta la Juventus di solito li riempie mettendo in campo chiunque. Senza contare una serie A in cui già in estate si lotta al massimo per il secondo posto. In positivo c'è però la grande trasversalità di Cristiano Ronaldo, icona pop che conosce anche nostra nonna: uno di quelli che arrivano ogni dieci o vent'anni.
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