Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912
Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi
Quindici anni nelle coppe europee, con quattro squadre diverse, consentono un bilancio sulla carriera dell'allenatore dell'Inter al di là dell'ultima impressione contro il PSV Eindhoven. In Europa Spalletti ha quasi sempre fatto bene, arrivando fin dove il livello delle sue squadre glielo consentiva, però mai benissimo...
L’Inter è uscita dalla Champions League e l’imputato numero uno è Luciano Spalletti, nonostante la sua squadra abbia tirato una ventina di volte verso la porta del PSV Eindhoven e sbagliato alcuni gol incredibili (fra cui quello di Lautaro Martinez nel finale). Da sempre funziona così, il che non significa che ‘così’ sia giusto. A Spalletti, secondo i suoi critici, mancherebbe quindi la mitica mentalità internazionale. Al di là del fatto che l’Inter sia arrivata terza in un girone in cui sulla carta era da terzo posto, vediamo se le cose stanno davvero così.
Il primo Spalletti europeo, se non vogliamo citare una semiclandestina Intertoto disputata con la Sampdoria, è quello dei tempi di Udine, ormai quindici anni fa. Con la squadra di Pozzo, ai tempi davvero ambiziosa (De Sanctis, Kroldrup, Pizarro, Muntari, Jorgensen, Iaquinta, Di Natale…) due uscite al primo turno della coppa UEFA, la prima contro il Wüstenrot di Salisburgo, l’odierno Red Bull, la seconda con il Panionios.
Nel 2005 il passaggio alla Roma ma ancora la coppa minore come palcoscenico: la squadra di Chivu, De Rossi, Mancini e Perrotta superò la fase a gironi ma si arrese, senza poter contare sull’infortunato Totti, negli ottavi al Middlesbrough. Con i giallorossi meglio sarebbe andata in Champions: in tre anni due quarti di finale (in entrambi i casi eliminazione per mano del Manchester United versione Cristiano Ronaldo-Rooney, nel 2008 dopo avere eliminato il Real Madrid) e un ottavo con sconfitta ai rigori contro l’Arsenal.
Un buon rendimento medio, pur senza squilli, anche in cinque anni europei con lo Zenit San Pietroburgo: due ottavi di finale di Europa League e due di Champions, insieme ad un’eliminazione nei gironi. Gli ottavi sono stati lo scoglio anche nella sua seconda incarnazione romanista, una volta in Europa League (Lione) e una in Champions (Real Madrid). L’Inter è storia di oggi, in questo caso più delle statistiche conta l’ultima impressione. In definitiva Spalletti ha nelle coppe europee quasi sempre fatto il suo, pur senza i guizzi dei tornei nazionali e senza quasi mai compiere imprese: in altre parole, la sua mano si vede di più nei campionati e come costruttore di squadre.
Condividi
Link copiato