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Gli ottanta anni di un uomo che è stato calciatore e allenatore di alto livello, anche se la seconda carriera è iniziata e decollata quasi per caso...
Giovanni Trapattoni compie 80 anni ed è raro trovare nel calcio italiano un personaggio tanto ‘condiviso’, amato o per lo meno non detestato dalle varie tifoserie, anche mediatiche. Un po' dimenticata, anche per il ricambio generazionale dei giornalisti, la sua grandissima carriera da centrocampista del Milan, si tende di solito a concentrarsi sul Trapattoni allenatore. Che indubbiamente ha vinto tantissimo, anche se il giudizio deve tenere conto del valore della squadre allenate, iniziando però la carriera in panchina in modo abbastanza casuale. In altre parole, il Trapattoni allenatore tutto era tranne che un predestinato.
Qualche passo indietro. Dopo una vita nel Milan, il Trapattoni calciatore chiude con una stagione in tono minore (anche se in serie A) nel Varese: una decina di presenze e nel 1972 decide di appendere le scarpe al chiodo, come si diceva a quei tempi. Allenatore del Milan è Nereo Rocco, suo estimatore ma ancora di più estimatore di Cesare Maldini. E così nella stagione 1972-73 i rossoneri hanno Rocco come direttore tecnico, ma reale allenatore, e Maldini in panchina. Trapattoni rientra comunque nella sua vecchia società, lavorando nel settore giovanile e dando anche una mano a Maldini per la prima squadra. La stagione si conclude con la vittoria in Coppa della Coppe e con la fatal Verona, uno scudetto sfuggito in modo quasi incredibile, mentre quella seguente va peggio e a sei giornate dalla fine Trapattoni subentra proprio all’esonerato Maldini.
Spera di essere riconfermato, ma il presidente Buticchi ha già scelto Giagnoni e così deve ritornare nel settore giovanile, da dove riemerge l’anno seguente con la cacciata di Giagnoni e l’ennesimo (non sarà l’ultimo) ritorno di Rocco, come direttore tecnico. Il Paron rivorrebbe Maldini, che però non riesce a liberarsi dal Foggia e così Trapattoni siede sulla panchina rossonera per tutto un campionato, sia pure sotto la tutela del suo vecchio maestro. Una stagione che si chiude con un buon terzo posto, stagione al termine della quale però a Trapattoni (e a Rocco) viene comunicato che il club vuole cambiare rotta, ingaggiando l’emergente Pippo Marchioro.
Trapattoni si ritrova disoccupato e l’ultimo suo pensiero è che possa arrivare un’offerta della Juventus, visto che finora la sua carriera è stata di fatto da allenatore in seconda. Ma Boniperti ha deciso di esonerare il suo vecchio amico Carlo Parola ed ha iniziato un serie di colloqui con allenatori emergenti e altri già emersi. Il grande favorito sembra Bersellini, anche se Agnelli spinge per Castagner e Boniperti non disdegnerebbe la soluzione interna Bizzotto. Trapattoni è sulle prime soltanto uno dei tanti nomi, ma Boniperti viene conquistato dalle sue idee chiare e dalla sua concretezza. I fatti gli daranno ragione, anche se diversi altri avrebbero potuto vincere ciò che ha vinto Trapattoni con quella super-Juve.
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