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Koulibaly e lo scudetto di Niccolai

Koulibaly e lo scudetto di Niccolai

L'autogol del difensore del Napoli con la Juventus ha ricordato, per l'avversario e l'importanza della partita, uno di quelli del giocatore del Cagliari. Poi ad entrambi gli episodi non rendono giustizia...

1 settembre 2019

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Kalidou Koulibaly come Comunardo Niccolai? L’autogol contro la Juventus si candida a diventare il più famoso nella storia della Serie A, per tanti motivi: la forza delle due squadre, la bellezza e l’importanza della partita, il momento in cui è stato segnato e anche la sua dinamica. Una delle poche situazioni in cui al giorno d'oggi è indiscutibile l’assegnazione dell’autogol invece che di un gol, spesso immeritato, nato da un tiro senza speranze che però ha la fortuna di sbattere su uno stinco.

Il paragone storico con lo stopper del grande Cagliari di Scopigno e Gigi Riva non è strampalato, perché la sua fama di uomo degli autogol Niccolai se l’è guadagnata non tanto con le statistiche (Franco Baresi, Riccardo Ferri e tanti altri hanno segnato più autogol in Serie A di lui) quanto con il momento in cui il più famoso degli autogol è arrivato: contro la Juventus, guarda caso, il 15 marzo del 1970. E guarda caso in una partita scudetto. 

Mancano sette giornate alla fine del campionato e il Cagliari è in lotta per il titolo proprio con la Juventus: 34 punti i sardi (la vittoria ne valeva due a partita), 32 i bianconeri, 30 l’Inter. Al Comunale la partita sembra da 0-0 scritto, come molte partite-scudetto, invece proprio come il recente Juventus-Napoli sorprende tutti. Al 29’ dalla fascia destra Furino (lanciato in questo campionato da Rabitti, sulla panchina bianconera subentrato a Carniglia) fa un cross senza pretese, senza che alcun attaccante juventino possa prenderlo. La tensione è però tale che Niccolai di testa anticipa Albertosi e sigla il gol del vantaggio per la Juventus.

Un gesto spettacolare, a cui però il Cagliari rimedia alla fine del primo tempo con un gesto tecnico clamoroso, quando in mischia Gigi Riva si alza il pallone di coscia e poi di testa batte Anzolin. Il 2-2 finale sarà un‘invenzione di Concetto Lo Bello, rientrato dopo la squalifica (aveva attaccato la FIGC che non lo voleva mandare ai Mondiali), rigore dubbio per la Juve segnato da Anastasi (dopo che Albertosi ha parato il tiro di Haller, rigore però fatto ripetere perché il portiere si è mosso prima) e rigore dubbio per il Cagliari segnato dal solito Riva. Dell’autogol di Niccolai (che nel resto della partita avrebbe annullato Anastasi) e della prodezza di Riva parliamo perché sono stati riproposti mille volte, mentre per i rigori ci fidiamo delle cronache dell’epoca visto che il secondo tempo della partita non fu registrato dalla RAI per uno sciopero parziale dei tecnici, valido solo dalle 15 e 45 in avanti (la partita iniziava, così come le altre, alle 15). Cose da anni Settanta.

L’autogol più spettacolare della comunque ottima carriera di Niccolai arriva qualche tempo dopo, il 13 febbraio 1972 contro il Catanzaro allenato da Seghedoni e con il Cagliari ancora in lotta per uno scudetto che questa volta non vincerà: 24 punti la squadra di Scopigno, 26 la Juventus prima della trasferta in Calabria. La cosa curiosa è che per le statistiche l’episodio di Catanzaro non è autogol. Arbitro ancora Lo Bello che però questa volta, alla sua partita numero 300 in Serie A, non fa il fenomeno. Al 90’, con il Cagliari avanti 2-1, credendo che Lo Bello abbia fischiato rigore contro il Cagliari Niccolai scaglia nella sua porta con rabbia il pallone. Ma il fischio è arrivato dalle tribune e il compagno Brugnera se ne è accorto, al punto di parare il tiro di Niccolai con le mani sulla linea di porta. Lo Bello il rigore ora lo fischia davvero e Niccolai si dispera doppiamente. Pareggio del Catanzaro e forse, ma questo lo diciamo oggi, fine ad alto livello di quel Cagliari che per lo scudetto non lotterà mai più.

Con tutto il rispetto per Niccolai, che comunque nella classifica degli autogol non è nemmeno fra i primi dieci della Serie A, l’eco del gesto di Koulibaly deriva anche dal fatto che sia uno dei migliori difensori del mondo. Una condanna, quella dei difensori centrali, dei quali i media generalisti e purtroppi spesso anche quelli sportivi parlando soltanto quando sbagliano. Volendo consolare il difensore senegalese, si potrebbe dirgli che il campionato di quell'autogol di Niccolai in favore della Juventus sarebbe stato vinto dalla sua squadra. Certo erano altri tempi. 

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