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UC Sampdoria v FC Internazionale - Serie A

GENOA, ITALY - SEPTEMBER 28:  Head coach FC Internazionale Antonio Conte reacts during the Serie A match between UC Sampdoria and FC Internazionale at Stadio Luigi Ferraris on September 28, 2019 in Genoa, Italy.  (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)© Inter via Getty Images

Conte contro la Juventus

Nella sua carriera di allenatore soltanto due volte l'ex bandiera bianconera ha sfidato la squadra di cui è stato capitano, in entrambi i casi con esiti disastrosi. Ma le panchine erano quelle dell'Arezzo e di un'Atalanta minore...

30 settembre 2019

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Non sarà molto fantasioso, ma quello di Antonio Conte contro la Juventus sarà senza dubbio il tema portante della settimana che porta alla sfida dell’Inter capolista contro i bianconeri allenati da Sarri. Inutile ricordare che il Conte giocatore in 13 anni di Juventus, dove lo volle fortemente Trapattoni, ha vinto tutto e in molti anni anche da capitano, e che il Conte allenatore è stato quello che ha iniziato l’attuale ciclo della Juventus, quello degli otto scudetti, partendo da una situazione non troppo diversa quella dell’Inter attuale. Forse però non tutti ricordano le uniche due volte in cui il Conte allenatore ha sfidato la Juventus, da tecnico dell’Arezzo e dell’Atalanta, entrambe le volte in casa come in casa sarà l’Inter domenica sera.

La prima occasione è sul finire del campionato di Serie B 2006-2007, il 19 maggio. La Juventus è a un passo dalla aritmetica certezza della promozione in Serie A nonostante il meno 9 punti di penalizzazione (in origine meno 17) per Calciopoli, ma è piena di tensione perché Didier Deschamps intuisce che negli anni successivi la società non farà un grande mercato (intuizione giusta) ed inizia a mettere in dubbio la sua stessa permanenza (infatti non rimarrà). Quanto all’Arezzo, anche lui penalizzato per Calciopoli ma di 6 punti, Conte l’ha ripreso in mano da Sarri, esattamente il Sarri oggi alla Juventus, ma pur dando una svolta a livello di intensità non è riuscito ad uscire dalla zona retrocessione e non ci riuscirà. L’Arezzo in cui giocano da titolari Ranocchia e Floro Flores viene travolto 5-1 sul suo campo: doppiette di Del Piero e Chiellini, gol finale di Trezeguet. Vale la pena di rileggersi le formazioni. Questo l’Arezzo, schierato con il 4-4-2: Bremec - Capelli, Ranocchia, Terra, Barbagli - Bondi, Bricca, Di Donato, Croce - Floro Flores, Martinetti. Juventus, schierata anche lei con il 4-4-2: Buffon – Zebina, Boumsong, Chiellini, Balzaretti – Marchionni, Cristiano Zanetti, Marchisio, Nedved – Trezeguet, Del Piero. Insomma, una squadra quasi da Serie C contro una quasi da scudetto, con incrocio quasi casuale in B. Conte torna negli spogliatoi comunque deluso, forse nemmeno nota lo striscione della curva della Juventus, ‘Conte juventino vero’.

Il secondo incrocio fra il Conte allenatore i colori con cui era (era?) identificato avviene in Serie A, il 7 novembre del 2009, in pratica 10 anni fa. Conte è arrivato sulla panchina dell’Atalanta in maniera rocambolesca, a stagione iniziata da poco, dopo l’esonero alla quarta giornata di Angelo Gregucci. Nel curriculum Conte non ha solo la retrocessione con l’Arezzo, ma anche la bella promozione in A ottenuta guidando il Bari. La Juventus allenata da Ciro Ferrara va a Bergamo già staccata di 7 punti dall’Inter di Mourinho. Contro il suo vecchio amico Ferrara si tira un po’ su, visto che la Juventus domina e vince 5-2 con doppietta di Camoranesi e gol di Felipe Melo, Diego e Trezeguet. Conte schiera l’Atalanta con il 4-5-1 e le differenze con gli avversari sono minori rispetto a quelle dei tempi di Arezzo: Consigli – Garics, Talamonti, Peluso, Bellini – Ceravolo, Guarente, Valdes, Padoin, Doni – Tiribocchi. Poco da fare con la la Juve di Buffon . Caceres, Cannavaro, Chiellini, Grosso – Camoranesi, Felipe Melo, Poulsen, Diego - Giovinco, Trezeguet. Certo è che quell’Atalanta non farà bene nemmeno contro altri e Conte si dimetterà a inizio gennaio: con Bortolo Mutti in panchina l'Atalanta retrocederà ugualmente. In quel momento Conte non sembra proprio un allenatore emergente, uno di quelli ‘da progetto’ anche quando perdono. Poi l’occasione Siena e l’occasionissima Juventus, con la nascita del Conte di oggi.

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