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Una delle ipotesi per chiudere la stagione calcistica italiana è quella di scontri ad eliminazione diretta. Nel 1929 l'ultima volta in cui lo scudetto fu assegnato così...
In questo momento nessuno, a partire dai dirigenti dei club, sa con certezza quando e come ripartirà il campionato di Serie A, ma certo è che fra le ipotesi che circolano la più clamorosa sarebbe quella di una conclusione ai playoff. Il calcio italiano avrebbe così quella finale che nell’era moderna, cioè da quando la serie A è a girone unico (campionato 1929-30), c’è stata soltanto una volta anche se non era una finale ma uno spareggio: il 2-0 del Bologna di Bernardini sull’Inter di Herrera, nel 1964. Incredibile, comunque, che con tanti finali di stagione punto a punto questa situazione si sia materializzata soltanto nel 1964. Quale è quindi l’ultima volta in cui lo scudetto è stato assegnato da una finale?
Bisogna tornare a più di 90 anni fa, stagione 1928-29. Già da due stagioni, seguendo la Carta di Viareggio (in pratica il documento del 1926 con cui fu riorganizzato il calcio italiano, nello spirito di ridurre il divario fra Nord e Sud), era stata abbandonata la divisione geografica ed il campionato, chiamato Divisione Nazionale, si articolava su due gironi in cui le squadre di Nord e Sud erano mescolate. Visto che il girone unico era ormai alle porte, il presidente della FIGC Leandro Arpinati con un cambio di regolamento in corsa (da 22 le squadre sarebbero dovute diventare 24) e ripescaggi vari portò il massimo campionato italiano a 32 squadre, divise in 2 giorni da 16.
Nel girone A il Torino ebbe come principale rivale il Milan, nel girone B il Bologna ebbe come prima avversaria la Juventus, ma basta dare una scorsa alle formazioni per capire come il Torino (Libonatti, Baloncieri) campione d’Italia uscente, allenato da Tony Cargnelli, e il Bologna (Monzeglio, Schiavio) di Hermann Felsner, austriaco come Cargnelli, fossero le squadre nettamente più più forti di quella stagione. Che si concluse con la finale, andata e ritorno, fra le vincitrici dei gironi. A Bologna, al modernissimo stadio del Littoriale (il Dall’Ara di oggi, con qualche modifica), vinsero 3-1 i padroni di casa con una grande prova di Schiavio, mentre al Filadelfia prevalse il Torino 1-0 grazie a Libonatti.
La ‘bella’, quindi in pratica la vera finale, si disputò il 7 luglio a Roma nello stadio del Partito Nazionale Fascista (sulla stessa area oggi c’è il Flaminio, che però non è lo stesso stadio), in una partita che impressionò il commissario tecnico Vittorio Pozzo per violenza e tensione: la risolse una cannonata dal limite dell’area di Giuseppe Muzzioli, a Bologna autentica leggenda, dopo un’azione personale di Schiavio. Per il Bologna fu il secondo massimo campionato vinto e già nel 1929 si poteva parlare di ‘scudetto’ visto che da qualche anno l’idea di D’Annunzio era stata fatta propria dal calcio di vertice. 91 anni fa l’ultima finale del campionato italiano. Da allora in tanti hanno sognato di rivedere qualcosa di simile, anche se certo non su ispirazione di un virus.
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