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La convocazione dell'attaccante azzurro per il torneo del 1980 durò poche ore del 16 maggio, il tempo che Bearzot apprendesse le richieste dell'accusa...
Paolo Rossi è stato con l’Italia in tre Mondiali, di cui due vissuti da protagonista assoluto, ma non ha mai disputato la fase finale di un Europeo: nel 1976 e nel 1984 gli azzurri non si qualificarono, nel 1988 si era appena ritirato. E nel 1980? Nonostante fosse da due mesi il nome più pesante dello scandalo calcioscomesse, sia pure con accuse meno gravi rispetto ad altri, Bearzot continuò a credere alla sua innocenza e il 16 maggio del 1980 inserì Rossi nel listone dei 40 preconvocati per l’Europeo che si sarebbe svolto proprio in Italia dall’11 al 22 giugno, ripromettendosi di scegliere i 22 qualche giorno dopo ed in ogni caso sapendo che la UEFA avrebbe accettato modifiche fino al 3 giugno.
Un listone pieno di curiosità, che vale la pena di citare per intero e non solo perché tanti nomi scaldano il cuore. Portieri: Zoff (Juventus), Bordon (Inter), Galli (Fiorentina), Conti (Roma) e Corti (Cagliari). Difensori: Cabrini, Cuccureddu, Gentile e Scirea (Juventus), Collovati, Franco Baresi e Maldera (Milan), Giuseppe Baresi e Bini (Inter), Bellugi e Ferrario (Napoli), Osti (Udinese). Centrocampisti: Pecci e Zaccarelli (Torino), Beccalossi, Marini e Oriali (Inter), Antonelli e Buriani (Milan), Antognoni (Fiorentina), Tardelli (Juventus), Casagrande (Cagliari), Benetti (Roma), Moro (Ascoli), D’Amico (Lazio). Attaccanti: Bruno Conti e Pruzzo (Roma), Bettega e Causio (Juventus), Altobelli (Inter), Graziani (Torino), Giordano (Lazio), Bagni e Paolo Rossi (Perugia), Palanca (Catanzaro).
Colpisce l’inserimento di Beccalossi, quasi un contentino per i media, un giocatore che Bearzot non avrebbe mai chiamato nemmeno per la più insulsa delle amichevoli. Un po’ meno strano l’inserimento di Pruzzo, che per qualche partita il commissario tecnico avrebbe preso in considerazione (ed infatti nei 22 per l’Europeo sarebbe entrato). Abbastanza mediatico anche il nome di Palanca, mai realmente con una chance, mentre soltanto andando a recuperare la lista ci siamo ricordati della presenza di Roberto Corti, che non entrò poi nei 22 ma che era un solido portiere, per l’epoca altissimo, e in seguito avrebbe fatto benissimo anche all’Ascoli.
Ma tornando a Paolo Rossi, quel 16 maggio rimarrà per lui una data maledetta. Perché poche ore dopo l’annuncio di Bearzot il capo dell’ufficio inchieste della Federcalcio, Corrado De Biase, chiese per quasi tutti gli imputati pene molto più pesanti del previsto: per Rossi e Giordano, oltre che per altri, addirittura la radiazione per illecito sportivo. Bearzot non si faceva grandi illusioni per Giordano, ma aveva sempre ritenuto quella di Rossi poco più di una leggerezza. Quel suo inserimento nei 40 fu quindi un modo per dargli sostegno in attesa della sentenza (il giorno dopo). Che per il ventiquattrenne Rossi non sarebbe stata la radiazione, ma comunque rovinosi 3 anni di squalifica: niente Europei ma soprattutto niente Mondiale 1982, oltre a tutto il resto. Poi a luglio la CAF ridusse a 2 anni la squalifica di Rossi, che quindi da quel momento iniziò a pensare, insieme a Bearzot, al suo grande riscatto. Decisamente un'altra storia.
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