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Quaranta anni fa nasceva la trasmissione portata al successo da Aldo Biscardi, anche se all'inizio la conduzione fu affidata alla prima voce sportiva della Radio RAI...
Il Processo del Lunedì nacque su Rai Tre esattamente 40 anni fa, il 15 settembre del 1980, e non c’è italiano appassionato di calcio che non sappia di cosa stiamo parlando sia nella sua versione originale RAI sia in quelle successive, a partire dal 1993, come Processo di Biscardi. Insomma, Aldo Biscardi e il suo Processo hanno rappresentato una parte importante della storia televisiva. Nessun dubbio che Biscardi, scomparso 3 anni fa, sia quasi sinonimo di Processo. Però la nascita di quella trasmissione deve molto anche ad un gigante della radio come Enrico Ameri.
La prima voce sportiva della Radio RAI andò in video per due stagioni, fino alla vigilia del Mondiale 1982, la prima avendo come co-conduttrice Novella Calligaris mentre nella seconda l’ex campionessa mondiale degli 800 stile libero fu sostituita da Marina Morgan, annunciatrice dell’emittente di stato e più vicina al tradizionale ruolo di valletta. Nella seconda edizione, fra l’altro, Biscardi iniziò ad apparire in video, con interventi sempre più frequenti dalla regia, stando in piedi con il microfono. Biscardi passò alla conduzione, insieme alla Morgan, durante l’edizione del Processo sui Mondiali, che però venne molto ridimensionata da lungo sciopero dei gornalisti per poi semi-tornare dietro le quinte nel 1982-83 quando in video andò Marino Bartoletti, con Jenny Tamburi. In seguito mente e volto del Processo si saldarono ed iniziò l’era Biscardi propriamente detta.
Ma al di là di questi ricordi, di chi fu l’idea del Processo del Lunedì? Di Biscardi, come quasi tutti pensano, o di Ameri? Un passo indietro, al 1979, quando a dicembre Rai Tre aveva iniziato le sue trasmissioni e non si vedeva in gran parte d'Italia. All’inizio le ore di programmazione erano molto poche, limitate spesso a contributi regionali e a trasmissioni con ambizioni culturali: nella sostanza c’era spazio per nuove idee ed una di queste fu appunto il Processo. Ameri propose già ad inizio 1980 l’idea di un processo calcistico, ispirato a quello celeberrimo di Sergio Zavoli al Giro d’Italia, ma non trovò nella rete grande entusiasmo. Così, versione di Ameri, ne parlò a Biscardi che per Rai Tre era il reponsabile dello sport e dopo un po’ di pressioni la trasmissione partì. Gli ascolti della rete erano bassissimi, qualche tentativo si poteva anche fare ed in fondo non c'erano grandi costi. In video, non a caso, ci andò un Ameri la cui storia era legata quasi totalmente alla radio: suo il racconto di Italia-Germania Ovest 4-3, suo sarebbe stato quello del Mondiale 1982.
Va detto che già da diversi anni sulle tivù locali si stava parlando di calcio in modo nuovo, meno da addetti ai lavori e più vicino al linguaggio comune, quindi come tante idee giornalistiche si può dire che quella del Processo fosse nell’aria, senza un vero detentore del copyright: Ameri fu il primo a proporla a Rai Tre, Biscardi non l’ha mai negato (mentre invece ha sempre rivendicato la paternità del nome Processo, diceva gli fosse stato ispirato da Gianni Rodari), ma non c’è dubbio che il Processo del Lunedì abbia influenzato la televisione ed il giornalismo italiani per le intuizioni di Biscardi. Non bisogna in ogni caso dimenticare che la conduzione di Ameri era tutt’altro che notarile ed anzi era molto puntuale nel tenere viva la polemica. Di sicuro in quei primi anni di Processo c’erano in embrione tanti spin-off della televisione dei decenni successivi ed anche di quella di oggi: dal bar all’intellettualismo, dal regionalismo alla discussione tattica, dall’autopromozione all’invettiva. Da non dimenticare nemmeno che in quel primo Processo gli imputati in genere ruotavano e solo uno era quasi fisso: Enzo Bearzot.
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