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I successi del Boniperti dirigente della Juventus hanno fatto dimenticare, essendo più recenti, quelli del Boniperti in campo. Unica autentica stella italiana degli anni Cinquanta...
La morte di Giampiero Boniperti è quella di uno dei più grandi dirigenti nella storia del calcio italiano, pur non essendo giudicabile al di fuori del contesto di una Juventus fortissima, che negli anni d’oro di Boniperti presidente aveva quasi tutti i migliori giocatori italiani in una Serie A, va ricordato, senza stranieri. Questo Boniperti vincente da dietro la scrivania ed in tribuna (solo nel primo tempo) è per motivi di età ricordato da milioni di italiani, mentre la stessa cosa non si può dire del Boniperti calciatore. Che, lo si può dire senza mezzi termini, è stato l’italiano più forte degli anni Cinquanta, nonché l’unico ad avere una reale dimensione internazionale.
Fa impressione ricordare che Boniperti con la maglia della Juventus fu capocanonniere della Serie A in uno dei campionati, quello 1947-48, dominato dal Grande Torino, ed infatti dietro di lui arrivarono Valentino Mazzola (Boniperti ebbe sempre grande affetto per suo figlio Sandro, che cercò anche di portare alla Juventus) e Gabetto. Boniperti iniziò a giocare in Nazionale giovanissimo, convocato da Vittorio Pozzo (!), ma nel triste calcio italiano del dopo Superga non riuscì a trascinare verso grandi traguardi l’Italia, pur disputando due Mondiali: quello in Brasile del 1950, sotto la guida di Ferruccio Novo (proprio il presidente del Grande Torino, che non era sull’aereo maledetto), e quello in Svizzera nel 1954 con Lajos Czeizler alla guida. Le soddisfazioni in campo se le sarebbe tolte con la Juventus, cinque scudetti e tanto altro, ritirandosi vittorioso a 33 anni che con il metro di oggi sarebbero l’età di un giovane.
Per dire della considerazione di cui il calciatore Boniperti, nato centravanti in un’epoca in cui ci voleva coraggio per giocare centravanti, e finito come rifinitore, godeva all’estero basta ricordare la quasi leggendaria Inghilterra-Resto d’Europa del 21 ottobre 1953, quando un Boniperti venticinquenne conquistò Wembley. Contro gli inglesi, che schieravano il mito Stanley Matthews e in difesa il futuro allenatore campione del mondo Alf Ramsey. Il Resto d’Europa schierò questa formazione: Zeman, Navarro, Hanappi, Ciakowski, Posipal, Ocwirk, Boniperti, Kubala, Nordahl, Vukas, Zebec. Al di là dei numeri dall’ all’11, scrivendola con criteri moderni sarebbe stata, con uno pseudo 3-4-2 Zeman – Ciakowski, Hanappi, Navarro – Kubala, Ocwirk, Posipal, Zebec – Vukas, Nordhal, Boniperti. Finì 4-4, fra la nazionale di casa e la squadra che gli inglesi chiamavano in maniera un po' sprezzante 'The Rest’, con due gol ed una prestazione clamorosa di Boniperti, unico campione italiano di quel decennio calcisticamente da dimenticare. Un uomo che ha conosciuto la storia e molta ne ha anche fatta, da calciatore e da dirigente.
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