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La rivalutazione di Pirlo© Juventus FC via Getty Images

La rivalutazione di Pirlo

Il punto sul calcio italiano dopo Genoa-Sampdoria 1-3, Fiorentina-Salernitana 4-0, Venezia-Juventus 1-1 e Udinese-Milan 1-1...

12 dicembre 2021

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La Juventus è sempre più lontana dalla zona Champions League ed il pareggio di Venezia è stata la perfetta sintesi della sua stagione. Allegri ha un squadra con troppe anime e non può nemmeno nascondersi dietro alla parola ‘progetto’ visto che non è tornato dopo due anni per dire che si vincerà fra un po’: tanto valeva confermare Pirlo, non a caso in via di rivalutazione. È poi chiaro che 10 minuti di Dybala, come quelli giocati dall’argentino a Venezia prima di uscire per l’ennesimo problema muscolare, sono diversi da 90 minuti di Dybala. Allegri, che spesso giustamente sbeffeggia i venditori di fumo, è il primo a sapere che questa Juventus a questo punto della stagione ha 5 punti in meno di quella di Pirlo e 14 (!) rispetto a quella di Sarri, che Andrea Agnelli considerava fallimentare.

Stefano Pioli non passa per un allenatore creativo, anche se negli anni si è molto evoluto, ma tenendo in panchina Tonali e Kessie ha regalato un tempo all’Udinese. Con loro, nel secondo tempo al posto di Bennacer e Bakayoko, si è visto un altro Milan, niente di eccezionale ma comunque un Milan che ha creato pericoli vicino alla porta di Silvestri, anche se il pareggio è arrivato soltanto nei minuti di recupero e soltanto per l’ennesima zampata di Ibrahimovic, anche a quarant’anni una sentenza contro le squadre di livello medio-basso. Il Milan adesso deve uscire vivo dalla partita con il Napoli e dalla trasferta di Empoli, prima di pensare all’acquisto di un difensore e possibilmente di una punta. Si torna all’equivoco di Elliott: a gente che vuole vendere il club importa che il Milan sia in zona Champions League e avere un progetto semi-approvato per lo stadio nuovo, lo scudetto è visto come un di più al di là del fatto che non lo potrebbe garantire nemmeno Messi.

La Fiorentina in piena corsa per l’Europa League, quinta in classifica davanti addirittura alla Juventus, è sempre più la Fiorentina di Dusan Vlahovic. La difesa della Salernitana non è stata certo la più temibile affrontata dal serbo, con tutto il rispetto per Gyomber e Bogdan, per non dire di Belec, ma certo è che l’uomo mercato del 2022 è arrivato a 15 gol in 17 partite, dando una sensazione di superiorità da predestinato, per usare un termine che nel suo caso non è strampalato. Quanto alla Salernitana, ha creato qualcosa ma la sua qualità media è troppo bassa. E la situazione societaria è un alibi troppo comodo, visto che ad essere in vendita sono metà dei club di Serie A.

Come caos societario non scherza nemmeno la Sampdoria di Ferrero, che però venerdì ha portato a casa il derby contro un Genoa che andando oltre il risultato ha mostrato qualche minimo segnale di vita: Shevchenko da giudicare quando avrà la squadra quasi al completo, ma un punto in 5 partite (3 sconfitte sono però arrivate con le ingiocabili, per il Genoa, Roma, Milan e Juventus) è un inizio disastroso. Con Preziosi presidente sarebbe già tornato Ballardini, ma gli americani hanno piani più a lungo termine ed il Genoa non è fra le tre peggiori rose della Serie A: in condizioni normali la salvezza, anche con Shevchenko in panchina, è ampiamente alla sua portata.

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