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Il punto sul calcio italiano e sulla Serie A dopo Napoli-Spezia 0-1, Empoli-Milan 2-4, Inter-Torino 1-0, Roma-Sampdoria 1-1, Verona-Fiorentina 1-1 e Sassuolo-Bologna 0-3.
Il Napoli perdendo in casa contro lo Spezia si è quasi autoeliminato dalla corsa per lo scudetto e l’ultimo periodo, 8 punti in 8 partite, non può essere analizzato soltanto attraverso le tante assenze (ma quelle muscolari sono una colpa, per il Napoli e per tutti) e i tantissimi gol sbagliati: quello di Lozano, con Erlic a respingere sulla linea, è difficile anche da definire. L’idea del traballante, praticamente esonerato, Thiago Motta è stata quella molto concreta di togliere spazio a Zielinski e di sperare nella buona sorte, vista la differenza di valori in campo: l’autogol di Juan Jesus e altre situazioni lo hanno premiato. In questo momento lo Spezia, con la peggior rosa della Serie A, è 5 punti sopra la zona retrocessione, mentre il Napoli che ha la migliore rosa o giù di lì è 7 punti dietro l’Inter e vede nello specchietto la risalita di una Juventus che non rende più così certo il quarto posto come risultato minimo. E la sera dell’Epifania ci sarà Juventus-Napoli… Però nel mirino è Thiago Motta, non Spalletti.
A inseguire l’Inter, alla fine del girone di andata, è quindi rimasto soltanto il Milan, uscito benissimo dalla trasferta di Empoli. La mossa di Kessie trequartista, dietro Giroud, è stata vincente con il senno di poi ma anche con quello del prima, visto che Brahim Diaz dopo il Covid non è più stato a livelli decenti: gli inserimenti dell’ivoriano ed una squadra che in generale ha corso di più sono bastati contro la squadra di Andreazzoli e hanno dato un Natale sereno a Pioli, che dopo i tanti complimenti dovra inventarsi qualcosa per gennaio visto che l’assurda (per la collocazione in calendario) Coppa d’Africa gli toglierà Kessie, Bennacer e Ballo-Touré. In generale i rossoneri hanno giocato una prima parte di campionato vicini ai propri limiti, difficile migliorare questa squadra senza spendere una cifra importante in gennaio.
L’Inter di Inzaghi domina la classifica del girone di andata con 4 punti di vantaggio sul Milan e con il Torino ha centrato la settima vittoria consecutiva, ma il calcio non è soltanto numeri, anzi i numeri servono spesso a mascherare la mancanza di idee (anche dei giornalisti). Quindi bisogna dire che quasi mai, e senz’altro mai nell’ultimo periodo, i nerazzurri hanno in questa stagione sofferto come contro la squadra di Juric, organizzatissima anche se non tira mai in porta e nemmeno ci va vicina. Tanti centrocampisti di sostanza, la spinta di Singo e Ola Aina sulle fasce, ma nessun creativo: impossibile fare di più con Sanabria annullato, Pjaca che sbaglia l’unica occasione, e il giovane Warming mandato in campo quasi in chiave dimostrativa. Inzaghi ha ammesso la difficoltà provando mosse peraltro non inedite, come Dumfries quasi terzo attaccante e Bastoni a sganciarsi di continuo, ma che quando l’Inter funziona si tiene nel cassetto. Il successore di Conte incassa comunque primato e complimenti: difficile migliorare una squadra che perde i suoi due migliori, cioè Lukaku e Hakimi, ma lui per il momento c’è riuscito. Quanto al Torino, è davvero ad un bivio: impossibile per Cairo fare finta di niente con le richieste di Juric, sbagliato mettere qualche pezza per arrivare ottavi invece che undicesimi.
Dopo l’impresa di Bergamo occasione persa per una Roma che naviga a vista e che ha deluso soprattutto Mourinho: il pareggio non è per la Sampdoria di D’Aversa, la cui panchina è stata salvata dall’arresto di Ferrero, un risultato rubato. Anzi. Al di là del calendario, che nel 2022 dice subito Milan e Juventus, i giallorossi devono chiedersi se davvero possono correre per la Champions, che in fondo è soltanto a 6 punti di distanza con 19 partite ancora da giocare. Volendo sognare la Champions ben oltre i propri limiti, il pari di Verona è un’occasione persa anche con la Fiorentina, ma la sensazione è che il mercato di gennaio cambierà di poco i valori, se non per le squadre in fondo alla classifica. Chiusura con il Bologna di Mihajlovic, che contro il peggior Sassuolo della stagione fa un altro passo verso un finale di campionato tranquillo.
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