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L'addio di un campione, la Serie A in Russia, la denuncia di Platini e il pubblico di Guardiola-Simeone.
Gonzalo Higuain lascerà il calcio giocato a fine anno, intendendo proprio dicembre, una volta scaduto il contratto con l’Inter Miami della MLS, quando avrà da poco compiuto i 35 anni. Una scelta in linea con il carattere di un campione orgoglioso e spesso sottovalutato, che non si vuole trascinare in campo sfiatato e imbolsito fino ai 40 anni. Tutti sanno cos’ha fatto con River Plate, Real Madrid, Napoli e Juventus, prima della chiusura in tono minore con Milan, Chelsea, ancora Juventus e appunto l’Inter, ma di Miami. Rarissimo caso, ad alto livello, di attaccante capace di essere sia grande gregario (memorabile il modo in cui giocava per Cristiano Ronaldo nel Real di Mourinho) sia grande finalizzatore, come è stato con Napoli e Juventus. Per certi versi è stato anche il giocatore simbolo dell’era di Andrea Agnelli: campione pagato a peso d’oro, nel 2016 al Napoli 90 milioni di euro, che andò a rinforzare una squadra che già dominava. Ha vinto tanto, ma l’appuntamento con l’immortalità l’ha mancato al 21’ della finale mondiale del 2014, con quella ciabattata solo davanti a Neuer. E l’unico suo trofeo internazionale è l’Europa League vinta da riserva di Giroud nel Chelsea di Sarri.
La Serie A continuerà a trasmettere le sue partite in Russia, come da contratto. Premier League e Ligue 1 hanno sospeso, Liga e Bundesliga no, non esistono almeno in questo caso buoni e cattivi. La Lega di Serie A, come ha detto il neopresidente Lorenzo Casini, andrà avanti, magari anche con operazioni tipo cantare Imagine prima delle partite. Certo negare la visione di Juventus-Inter e intanto continuare a comprare il gas russo sarebbe ridicolo. Anche se non ridicolo come la disponibilità a lasciare a Mancini i giocatori italiani per una decina di giorni per un stage azzurro in novembre, quando altri prepareranno i Mondiali. Che generosità… da parte degli stessi che hanno ritenuto spostare un turno di campionato prima dello spareggio con la Macedonia.
Michel Platini contro il suo ex sottoposto Gianni Infantino, ritenuto dall’ex presidente della UEFA non soltanto il principale beneficiario delle sue disgrazie politiche e giudiziarie, come è ovvio, ma anche colpevole di altro. Platini ha infatti annunciato di avere sporto denuncia quattro mesi fa contro Infantino, presso la procura di Parigi, accusandolo di traffico di influenze illecite. È l’inizio di un nuovo capitolo che prelude al ritorno in scena di Platini, che si è sempre ritenuto vittima di un complotto internazionale, con mandanti nell’ombra (ma nemmeno tanto, visto che in passato ha parlato dei rapporti di Infantino con uno dei magistrati che nel 2015 aprirono l’inchiesta contro di lui) e accuse pretestuose. Infantino, Ceferin, Platini: ognuno dei tre detesta gli altri due. L’Italia per chi tifa?
Manchester-City-Atletico Madrid è stata la meno vista fra le partite di Champions League trasmesse da Canale 5, quindi in chiaro, quest’anno: 2.991.000 spettatori e 13% di share. Si trattava della terza volta, per le partite (anche) Mediaset, senza italiane in campo e la sfida Guardiola-Simeone è piaciuta, anzi ha interessato, meno rispetto a PSG-Real Madrid e Manchester United-Atletico Madrid. Sono comunque numeri buoni, rapportati ad altri generi televisivi.
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