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Lo scudetto di Elliott© LAPRESSE

Lo scudetto di Elliott

Il Milan in vendita, Allegri contro Pirlo, le tre retrocesse, la severità con il Chievo e lo shopping di Ronaldo.

16 aprile 2022

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Dopo la vittoria sul Genoa il Milan rimane in corsa per lo scudetto da capolista, ma i suoi proprietari il loro trofeo l’hanno già vinto comunque vada a finire con Inter e Napoli. Le Reuters ha scritto che Investcorp, fondo del Bahrein, starebbe trattando il club sulla base di un miliardo di euro, e al di là di questo sembra che ci siano altri pretendenti a breve termine per un Milan per il quale il fondo Elliott ha messo fra finanziamenti e ricapitalizzazione, circa 700 milioni in 4 anni. Se il nome del compratore è ancora incerto, è invece certissimo che questo sia il momento giusto per vendere: con la squadra in Champions League e in lotta per lo scudetto con un monte ingaggi alleggerito, che con un centinaio di milioni per questa stagione è adesso il quarto della Serie A. Senza contare il discorso sul nuovo San Siro, con il progetto bloccato da mille veti più o meno pretestuosi: oggi c’è la prospettiva dello stadio di proprietà (o comproprietà, essendoci dentro anche l’Inter), fra tre mesi magari no. È di pochi giorni fa l’annuncio del bando del Comune di Milano per la ricerca del ‘coordinatore del dibattito pubblico’, qualsiasi cosa voglia dire. Insomma, per i Singer meglio lasciare in bellezza, in tutti i sensi, al di là poi della necessità di fare chiarezza sul discorso Lille.

L’Inter è rimasta a 2 punti di distanza dai rossoneri, con una partita in meno (ma il 27 aprile finalmente Bologna-Inter si giocherà), passando a La Spezia con la consapevolezza che nel finale di campionato le sue avversarie con qualcosa per cui lottare saranno due, Roma e Cagliari, contro le tre del Milan (Lazio, Fiorentina e Atalanta) e le due del Napoli (Roma e Genoa). Considerazioni teoriche, con tutti in riserva fisica ed attaccanti, Osimhen a parte, discontinui o inesistenti. Dopo il brutto pareggio con il Bologna, con la partita raddrizzata nel finale contro avversari ridotti in nove, la Juventus è a 8 punti dal Milan e può in teoria ancora migliorare il suo quarto posto, ma nel suo caso le squadre che avrebbero obbiettivi sono quattro (Venezia, Genoa, Lazio e Fiorentina). Comunque per un giudizio sull’Allegri 2 poco cambierebbe fra il terzo ed il quarto posto: se adesso la Juventus le vincesse tutte arriverebbe al massimo ai punti di Pirlo, alla sua prima esperienza da allenatore, ma in un campionato davvero al ribasso e per la Juventus con premesse ben diverse.

Sempre più interessante la lotta per l'Europa League, dopo il pareggio agguantato in extremis dalla Lazio con il Torino, grazie all'ennesima prodezza di Immobile: gli incastri possibili sono troppi per citarli tutti, fra Coppa Italia ed eventuale vittoria della Roma in Conference League, ma almeno si può scommettere sull'impegno quasi fino alla fine di altre quattro squadre (le romane, appunto, più Fiorentina e Atalanta). Per la salvezza vittoria pesantissima del Cagliari sul Sassuolo che monopolizza le pagine di calciomercato (viene da chiedersi perché non sia in zona Champions, con tutti questi fenomeni) ma non ha più obbiettivi da tempo immemorabile. Con le sconfitte di Venezia e Genoa il terzetto delle retrocesse da probabile è diventato quasi certo, il che non impedisce di chiudere con dignità come sta facendo la Salernitana, che è andata a vincere sul campo di una Sampdoria allo sbando. Il tracollo dell’Empoli contro l’Udinese trascinata da Deulofeu porta ad una domanda scontata: il vero Empoli è quello già salvo con il girone di andata o questo che non vince da 16 partite? Guardando la rosa la risposta giusta sembra la seconda, impossibile discutere Andreazzoli.

L’inchiesta sulle plusvalenze è finita nel nulla, per la soddisfazione dei club coinvolti (Juventus, Napoli, Genoa, eccetera), di quelli che sarebbero stati coinvolti in futuro (tutti, se fosse passato il principio di dare oggettività al valore di un calciatore) e della stessa FIGC, non proprio vogliosa di distribuire sanzioni in una stagione come questa, per il calcio italiano davvero disastrosa. Certo il Chievo fa, anzi faceva, pochi click sul web e pochi abbonamenti in pay-tv, ma bisogna ricordare che nel 2018 per una vicenda analoga il club ora scomparso (per tutt’altra storia, cioè debiti fiscali, che comunque con altre città coinvolte sarebbe stata trattata diversamente) fu penalizzato sia in termini di punti sia di calciomercato, retrocedendo subito in Serie B dopo 17 stagioni (interrotte da un’altra retrocessione) di onorevolissima A.

Dopo il Valladolid, Ronaldo ha comprato anche il Cruzeiro, per una cifra non ufficiale ma con un impegno teorico almeno per 200 milioni di euro, visto l’indebitamento del club di Belo Horizonte (poi magari il cerino acceso passerà ad altri, quindi tutto è virtuale). Cruzeiro che non è stata la prima squadra del Fenomeno, ma è senz’altro quella che da diciassettenne lo ha messo sulla mappa del grande calcio prima del passaggio al PSV Eindhoven e di tutto il resto. Un po’ di romanticismo e un po’ di affari, ma certo è che fra i grandi campioni della storia Ronaldo è forse l’unico ad avere l’ambizione di essere un padrone e non soltanto un servo omaggiato e benissimo pagato. La facile previsione è che non si fermerà a due squadre di Serie B. Le occasioni, anche nell’Italia di Serie A, non mancano.

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