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Il trofeo di Allegri, la rimonta della Salernitana e la scelta di De Laurentiis.
Inter-Juventus è la finale di Coppa Italia che Mediaset sognava, in un panorama televisivo stagnante il calcio delle squadre con molti tifosi è una delle poche certezze: Juventus-Fiorentina ha avuto uno share del 26,4%, quando lo share medio di Canale 5 in prima serata è del 15,5%. Inter-Juventus è anche una partita decisiva per il futuro di Massimiliano Allegri, anche senza mettersi a disegnare scenari con il ritorno di Del Piero e cose di questo genere: può farlo solo chi raccoglie le confidenze di John Elkann, che peraltro non è un tipo da confidenze. Di certo per trovare una stagione juventina senza trofei bisogna tornare alla 2010-11, quando la squadra di Delneri, con Agnelli già presidente, non riuscì nemmeno a qualificarsi per l’Europa League. Per questo avere battuto la Fiorentina di un emergente, anzi emerso, come Italiano nelle semifinali non è un risultato banale: Allegri ed il futuro dei suoi discendenti sono garantiti dai tre anni residui di contratto da 9 milioni netti a stagione, ma è chiaro che un secondo anno da iniziare senza titoli lo renderebbe un uomo nel mirino ancora più di quanto gia sia un allenatore della Juventus. Agnelli davanti alle telecamere di Amazon definì “Anno di m…” quello dello scudetto di Sarri…
L’Udinese di fine stagione ha tenuto vive le speranze di una Salernitana davvero orgogliosa, una squadra della cui retrocessione si parla (noi compresi) da nove mesi ma che non ha mai mollato e che poi ha iniziato l’era Iervolino-Sabatini con lo spirito giusto. Il Cagliari quartultimo è a 6 punti di distanza, ma con una partita in più e con un Salernitana-Cagliari alla terzultima giornata che vale tantissimo. Curiosamente il Cagliari deve essere affrontato anche dalle altre squadre a quota 22 punti: dal Genoa domenica e dal Venezia all’ultima giornata. Considerando che il recupero della Salernitana è con il Venezia, mercoledì prossimo (altra partita da dentro o fuori), e che l’andata con il Cagliari finì 1-1, si può adesso dire che per i campani la salvezza è un obbiettivo difficilissimo ma non più un sogno. Da ricordare che da quando in panchina c’è Nicola la squadra ha perso soltanto contro squadre di livello superiore: Inter, Juventus, Torino e Roma. E in due casi, con Torino e Roma, in partite piene degne di rimpianti e recriminazioni.
Napoli o Bari? Leggendo fra le righe l’intervista rilasciata da Luigi De Laurentiis al Corriere dello Sport viene in mente la domanda che da tempo circola fra gli addetti ai lavori e cioè su quale club i De Laurentiis punteranno, nell’ipotesi che l’anno prossimo il Bari si guadagni la promozione in B. Tutto molto teorico, ma il caso Salernitana-Lotito è troppo fresco per arrivare nel 2023 nella stessa situazione. Ovviamente avendo come orizzonte il mondo è più facile trovare un compratore per una squadra in Champions League che per una neopromossa. Inoltre il clima da fine ciclo che si respira a Napoli porta molti a pensare che in questi anni si sia fatto davvero il massimo e che nelle prossime stagioni con la riorganizzazione della Juventus, la nuova proprietà del Milan, l'Inter che rimarrà sugli stessi livelli, e magari la crescita della Roma, lottare per lo scudetto diventi molto più difficile. Quindi…
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