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Il Mondiale sulla RAI, la prima volta della Germania, la nuova Supercoppa e l'addio al Napoli di Sarri.
Con la qualificazione di Australia e Costarica, dopo due spareggi inguardabili per i non tifosi delle squadre in campo, adesso conosciamo i nomi di tutte e 32 le partecipanti a Qatar 2022. Le vedremo sulla RAI, come da tempo ufficiale, nonostante l'assenza della Nazionale italiana avesse fatto nascere voci di cessione di parte dei diritti, pagati più del doppio degli 80 milioni di euro sborsati da Mediaset per Russia 2018. Non sembra questa la stretegia della RAI, ma comunque al Mondiale mancano ancora 5 lunghi (lunghissimi, per chi non c'è) mesi. Una domanda sorge spontanea, al di là dei massimi sistemi televisivi: negli ultimi 4 anni l'interesse per il calcio è raddoppiato?
Com'era quella cosa che i tedeschi hanno sempre sofferto l'Italia, anche nelle sue versioni meno brillanti? Ecco, martedì è stata la prima volta nella storia in cui la Germania ha battuto l'Italia nei 90 minuti regolamentari in una competizione ufficiale, per quanto insulsa come la Nations League. Certo Mancini deve pensare al futuro azzurro più che alla storia, per quanto lunghissima visto che parte dallo 0-0 dei Mondiali del 1962 e da una Germania nella sua versione Ovest. La partita di Mõnchengladbach segna in ogni caso un punto di svolta, per lo meno quello della fine della sperimentazione, dei giovani buttati in campo principalmente in quanto giovani.
Dal 2024 la Supercoppa si giocherà fra le vincitrici di Europa e Conference League, non più fra quelle di Champions ed Europa League. Il progetto della UEFA, rivelato dall'Equipe, ovviamente non va in direzione della riduzione delle partite dei grandi club, anzi. La vincitrice della Champions, liberata dall'onere della Supercoppa, andrebbe con altri tre grandi club europei scelti con criteri da definire (probabile il ranking storico) a disputare una sorta di mini-Champions (o mini-Superlega) di apertura della stagione, negli Stati Uniti o in altro paese pagante. Ancora niente di ufficiale, ma la direzione è questa: Ceferin si inventerà qualsiasi cosa per dare più partite ai grandi club, in modo da non averli contro. Alla fine l'unico argine politico a questo gigantismo sarà l'autosufficiente Premier League.
Le pagelle al calciomercato si faranno fra due mesi e mezzo, con la follia di giocare 4 turni di serie A a trasferimenti in corso, ma già adesso si può dire che la squadra di vertice più rivoluzionata sarà il Napoli. Via Insigne, via Mertens, attesa per una grande offerta per Koulibaly. Comunque la si veda, Spalletti si muoverà in un ambiente rinnovatissimo e soprattutto senza praticamente più reduci del quasi-scudetto di Sarri, quello dei 91 punti (quest'anno il Milan ne ha fatti 86), dell'albergo, eccetera. Se se ne andasse anche Koulibaly di giocatori importanti di quell'epoca così vicina (era il 2018) e così lontana rimarrebbero, forse, soltanto Zielinski e Mario Rui. Visto che fra poco ci sarà il raduno dei Bersaglieri, viene in mente che mancò la fortuna, non il valore. Tristezza da fine ciclo, che solo De Laurentiis sembra non percepire.
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