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Le scelte dell'Inter, la difesa di Gasperini, l'esonero di Giampaolo, il futuro di Cristiano Ronaldo, l'azzurro di Zaniolo
Forse quella con la Roma è stata la miglior partita stagionale dell’Inter, come ha sostenuto Simone Inzaghi, ma certo è che è stata una partita emblematica di come una sola scelta, in teoria nemmeno con il senno di poi sbagliata, possa far girare male una stagione. Perché Lukaku, l’uomo che avrebbe dovuto segnare quei gol mancati l’anno scorso ad una squadra che aveva giocato il miglior calcio della Serie A (o almeno quello con più occasioni create), era ancora fuori per infortunio ed il Dybala presunto fragile che Marotta aveva già in mano è stato decisivo. Tutto questo senza entrare nel discorso Skriniar-Bremer, del ritardo nel lanciare Onana a causa di logiche di spogliatoio, eccetera. Certo non si può esonerare un allenatore prima delle due partite con il Barcellona in una settimana: un Inzaghi rilanciato dalla Champions può riprendere il controllo della situazione, uno affossato difficilmente arriverà al Mondiale ed alla fine dei gol di Lukaku, più difficilmente di quelli di Correa, usufruirà un suo collega. Poi come sempre le colpe (e i meriti) maggiori sono della società, ma difficilmente i dirigenti si esonerano e i proprietari ancora meno.
Cosa hanno in comune Napoli e Atalanta, a parte l’essere in testa alla Serie A dopo 8 giornate, con 3 punti di vantaggio sulle seconde? Tante cose, tranne il bacino di utenza che ovviamente è molto più grande per il club di De Laurentiis, senza contare il differente peso politico e mediatico. Di sicuro sono da dieci anni le migliori squadre italiane nello scouting medio-alto, quello per i giocatori sono già noti a tutti, e che quindi costano, senza però dover fare pazzie: come altro definire i 15 milioni, pagabili in tre rate, spesi per prendere Anguissa dal Fulham? Il Napoli ha il miglior attacco del torneo, l’Atalanta del tutto a sorpresa la miglior difesa, ma i numeri non dicono tutto perché la squadra di Spalletti è equilibrata e quella di Gasperini vince sì di misura ma meritando, e così è stato anche con la Fiorentina che si è giocata Jovic e Cabral fuori tempo massimo. Mai come quest’anno, con i due mesi di stop da Mondiale, le previsioni sono azzardate, ma il Napoli ha senz’altro la cilindrata per lo scudetto e l’Atalanta per la Champions. Un'Atalanta, è bene ricordarlo, che ha la migliore difesa potendo schierare di fatto due difese: quella in teoria titolare con Musso in porta, Palomino, Demiral e Djimsiti e quella in teoria di riserva con Sportiello in porta più Toloi, Scalvini e Okoli.
L’esonero di Marco Giampaolo era di quelli già scritti in estate, viste le situazioni tecnica e societaria della Sampdoria, ma certo nessuno pensava a soli 2 punti nelle prime 8 giornate di campionato. E così dopo lo 0-3 con il Monza è arrivata l’ufficialità, con la stessa sorte che probabilmente toccherà al direttore sportivo Carlo Osti. Ambiente allo sbando, una nuova proporietà potrebbe però fare il miracolo tipo la Salernitana dell'anno scorso.
Quale futuro per Cristiano Ronaldo? Dopo la sconfitta in Nations League con la Spagna il fuoriclasse portoghese è sotto accusa in patria, per due occasioni sbagliate, e sopportato al Manchester United dove Ten Hag lo ha fatto giocare 90 minuti soltanto due volte, con Brentford e Real Sociedad (due sconfitte, fra l’altro) e non certo per preservarlo. E dalla panchina si è goduto il tracollo nel derby con il City di Guardiola e Haaland. CR7 è più vicino ai 38 anni, li compirà il 5 febbraio, che ai 37 e anche se ha parlato di obbiettivo Euro 2024 (a vent’anni dall’Europeo in cui diventò il leader della sua nazionale) è chiaro che l’ultimo urrah sarà fra poco al Mondiale, dove il Portogallo è in un girone abbastanza facile, con Uruguay, Ghana e Corea del Sud. Poi per il brand Cristiano Ronaldo, ma anche per il suo bene, dovrebbe chiudere nella MLS. O chiudere e basta. Certo l’ingratitudine del calcio colpisce sempre, specie se rivolta ad uno dei pochi campioni che in nazionale non hanno mai tirato indietro la gamba.
A proposito di nazionali: Zaniolo non può essere peggio del Gabbiadini attuale, quindi è chiaro che Roberto Mancini ce l’avesse con lui quando ha parlato di scarso attaccamento alla Nazionale da parte di alcuni (fra gli altri sospettati anche Zaccagni) ed è per questo che le convocazioni per le prossime amichevoli con Albania ed Austria saranno decisive per capire se Zaniolo è ancora al centro del progetto di Mancini. La risposta sarà probabilmente un sì e non soltanto perché Mancini lo ha fatto esordire in azzurro prima ancora che lo facesse in Serie A, ma perché Zaniolo alla Nazionale ci tiene, al di là del fatto che il suo infortunio più grave se lo sia procurato proprio giocando per l’Italia. Su tutto c’è il fatto che il materiale umano a disposizione di Mancini sia così scadente che non ci si può permettere il lusso di perdere Zaniolo e Zaccagni.
I bilanci dei grandi club italiani sono un bollettino della sconfitta e quello del Milan non fa eccezione, visto che il club campione d’Italia ha chiuso l’esercizio 2021-22 con una perdita di 66,5 milioni di euro, nonostante l’aumento del 14% dei ricavi ed un monte ingaggi rimasto circa lo stesso della stagione precedente, intorno agli 80 milioni lordi. Prima o poi gli americani troveranno la chiave, al Milan e nelle altre realtà in cui sono entrati, per guadagnare soldi con un club che deve vincere, ma al momento non l’hanno trovata. Certo non può essere soltanto lo stadio di proprietà, come il caso Juventus insegna. Finora gli americani che ci hanno guadagnato sono quelli, come Elliott, che hanno venduto bene ad altri americani.
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