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Ancora una volta l'allenatore piacentino ha portato l'Inter agli ottavi di finale di Champions League, negli anni prima di lui non proprio un'abitudine...
Quale futuro per l’Inter? Dopo il 4-0 al Viktoria Plzen la risposta è arrivata da Steven Zhang, che ha annunciato che la società non è in vendita “Finché sarò presidente”. Appunto. Ma come farà a resistere, proprio come presidente, con bilanci a colpi di 140 milioni di passivo? A meno ovviamente di continuare a ricapitalizzare il club, con soldi del gruppo Suning o presi a prestito da altri, come i 292 milioni di Oaktree. La spiegazione ufficiosa è che si sta cercando soltanto nuovo socio di minoranza, la realtà è che nessuno è così folle da fare volontariamente il socio di minoranza di una società in perdita. Impossibile entrare nella testa degli Zhang o di chiunque altro, anche se è evidente che siano convinti che questo non sia un buon momento per vendere il club. Quanto potranno resistere?
Più facile analizzare il momento di Simone Inzaghi, in discussione tre settimane fa dopo le sconfitte con Udinese e Roma ma poi capace di eliminare il Barcellona e di riprendersi un minimo in campionato, o per lo meno di non affondare. Si può dire che la sua vera stagione cominci adesso, con il recupero di un Lukaku al quale sono stati sacrificati tanti equilibri dell’anno scorso e che ha anche condizionato tutto il resto del mercato. Notevoli in ogni caso gli ottavi di finale raggiunti partendo da un girone con Bayern Monaco e Barcellona: con Inter paragonabili a quella attuale Spalletti non ci riuscì in un girone con Barcellona e Tottenham, Conte non ci riuscì in uno con Barcellona e Borussia Dortmund al primo anno ed in un altro con Real Madrid e Gladbach al secondo.
Spalletti fallì l'obbiettivo con la squadra di Handanovic, Skriniar, De Vrij, Brozovic, Perisic, Nainggolan, Icardi e Lautaro Martinez. Conte andò incontro alla stessa delusione con lo stesso gruppo, senza Icardi ma con in più Lukaku, Barella e Bastoni: in pratica l'Inter che ha ereditato Inzaghi, nel bene e nel male. Che l'anno scorso uscì vivo da un girone con Real Madrid e Shakhtar Donetsk, un po' più facile rispetto a quelli trovati dai predecessori ma comunque passato. Con questo non vogliamo dire che Inzaghi possieda la mitologica 'mentalità internazionale' e gli altri no, basti pensare a cosa sta facendo Spalletti al Napoli, ma che all'Inter in situazioni finanziarie e quindi ambientali più difficili, abbia fatto meglio degli altri allenatori dell'era Zhang che hanno guidato i nerazzurri in Champions League (quindi ovviamente non contiamo De Boer, Vecchi, Pioli e nemmeno Mancini, che l'era Zhang la incrociò per poche settimane). Dove può arrivare adesso l'Inter? Essendosi qualificata come seconda, è alto il rischio che gli ottavi siano contro una corazzata del genere Manchester City, anche se le situazioni del gruppo B (Club Brugge e Porto a giocarsi il primo posto) e D (tutte e quattro ancora in corsa) potrebbero regalarle un sorteggio fortunato.
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