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La tradizione dell'Adidas, la battaglia degli sponsor e gli italiani della Serie A.
Il pallone ufficiale del Mondiale 2022 si chiama Al Rihla, in arabo ‘Il viaggio’ ed il suo disegno è ispirato alle barche del Qatar, oltre che ai colori nazionali. Pallone prodotto e commercializzato dall’Adidas, come avviene da ben 52 anni: a Messico 1970 il pallone era il leggendario, per il numero di volte in cui abbiamo visto Italia-Germania Ovest, Telstar, poi sono cambiati nomi e tecnologia ma l’azienda è rimasta la stessa. In un mondo in cui è mutato tutto ci si chiede come questo sia statisticamente possibile. Nessuno a parte l’Adidas partecipa alle aste? Nike e Puma non producono palloni? A scanso di equivoci, già firmati i contratti per i palloni 2026 e 2030: ancora Adidas. Altro che Blatter. Fra l'altro entrato alla FIFA negli anni Settanta proprio su raccomandazione dell'Adidas e dell'allora onnipotente Horst Dassler.
Per chi legge i risultati del massimo evento sportivo del pianeta in base allo sponsor tecnico, questa è la classifica aggiornata delle 32 squadre. Nike 13: Brasile, Francia, Portogallo, Inghilterra, Olanda, Croazia, Polonia, Corea del Sud, USA, Australia, Canada, Qatar e Arabia Saudita. Adidas 7: Argentina, Spagna, Germania, Belgio, Messico, Galles e Giappone. Puma 6: Serbia, Svizzera, Uruguay, Ghana, Marocco e Senegal. Una squadra sola per altri 6 sponsor: Hummel (Danimarca), Marathon (Ecuador), Kappa (Tunisia), New Balance (Costa Rica), Majiid (Iran) e One All Sports (Camerun). Storicamente conviene di più essere una squadra Adidas, ma la Nike non ci sembra messa male e del resto quattro anni fa la Francia ha vinto con le sue maglie, e la Puma non ha ostacolato il cammino dell'Italia nel 2006.
In attesa del Mondiale siamo sommersi da statistiche destinate ad essere dimenticate un nanosecondo dopo averle lette. Quella secondo noi più interessante è relativa al numero di convocati per campionato: non definitiva perché le rose possono ancora cambiare in base a infortuni veri o presunti (ma i 26 convocati non servivano proprio a fronteggiare questi imprevisti?), ma quasi. In sostanza la Premier League con i suoi 124 convocati (e nemmeno si contano i 33 del Championship) certifica il suo essere il campionato nazionale più importante del mondo, davanti alla Liga (80), alla Bundesliga (75), alla Serie A (54) e alla Ligue 1 (54). Non occorre grande spirito di osservazione per notare che di questi 5 campionati quello italiano è l’unico a non avere espresso una nazionale qualificata per Qatar 2022. Con gli almeno 20 convocati ‘italiani’ di Mancini la vituperata Serie A sarebbe in zona secondo posto: lontana dalla Premier League ma non quel campionato di passaggio di cui parlano tanti procuratori ed anche tanti dirigenti che devono giustificare le cessioni.
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