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La Serie A è ripartita con la prima sconfitta del Napoli, a San Siro contro l'Inter. Milan e Juventus inseguono, la Roma fatica, la Lazio ha smesso di correre...
La sosta mondiale ha spento la magia del Napoli di Spalletti? La capolista, adesso con 5 punti di vantaggio sul Milan, 7 sullla Juventus e 8 proprio sull’Inter che l’ha battuta a San Siro, ha per la prima volta nella stagione subìto psicologicamente un avversario ed il possesso palla del Napoli non deve ingannare perché non c’è stato fuoco e Onana ha fatto la prima ed unica parata della sua serata al 90’, su tiro di Raspadori. Assurdi i processi per la prima sconfitta in campionato, alla sedicesima partita e dopo tutto quanto di bello fatto finora, doveroso dare un’occhiata al calendario di Osimhen e compagni: trasferta in casa della Sampdoria domenica, poi la Juventus al Maradona il venerdì successivo, ed il turno dopo il derby con la Salernitana. Soltanto una sconfitta con la Juventus concreta, sia pure non brillante, di questi tempi, potrebbe fare venire qualche dubbio all’ambiente e far tirare fuori dalla soffitta espressioni come ‘Vento del Nord’. Ma quella di Spalletti è tutt’altro che una squadra in crisi e nessuno in Serie A possiede tante alternative di buon livello.
Simone Inzaghi si è giocato l’ennesima partita della stagione (quante volte l’abbiamo detto?) con una scelta forte, anzi fortissima, come il doppio centravanti, con l’intelligenza di Dzeko a supporto di un Lukaku ancora lontanissimo dalla migliore forma ma con la testa e la leadership giusta: il bosniaco lo ha ripagato con una grande prestazione ed il gol della vittoria, mentre fra gli altri hanno brillato Calhanoglu come vice-Brozovic, ma non è certo una novità, e al centro della difesa un Acerbi che è stato una delle poche vere scelte di mercato di Inzaghi, anche se poi per le solite logiche (i dirigenti rimangono al potere più a lungo degli allenatori) quasi ogni fallimento dei singoli gli è stato imputato.
Difficile sulla carta considerare questa Inter inferiore al Milan, che a Salerno ha un po’ sofferto pur potendo per le occasioni create vincere 5-0, e alla Juventus che a Cremona ha ottenuto la settima vittoria consecutiva senza subire gol, nonostante le tante assenze (che nel caso di infortuni muscolari sono una colpa, va sempre ricordato) e certe presenze, come quella di Paredes nell’ultima mezzora. Sono dati statistici che vanno sempre integrati con l’osservazione delle partite, fra pali e parate di Szczesny: certo meglio i difensori bianconeri (su tutti Danilo) dei centrocampisti, e i rimescolamenti di Allegri, uno che non ha il mito dei giovani, sono più pesanti di qualsiasi critica. Poco sotto la zona Champions annaspano la Lazio dei record di Immobile ma anche poco altro (e come al solito l’assente Luis Alberto ha ragione), che dopo due mesi di riposo anche a Lecce ha smesso di correre alla mezz’ora, e una Roma vincente sul Bologna ma priva di gioco: la differenza fra Sarri e Mourinho è che il primo sembra avere una proprietà sempre più lontana. In fondo alla classifica segnali di vita, sia pure con risultati diversi, da parte delle ultime tre, anche se l’unica squadra che realisticamente possono risucchiare è lo Spezia.
Dopo Qatar 2022 c’era molta curiosità per arbitraggi e recuperi. La tendenza è stata confermata: fischiare di meno, recuperare tutto. Anche se i recuperi monstre del Mondiale non si sono visti: la media è stata di circa 8 minuti a partita, con la punta di 13 per Spezia-Atalanta. Situazione da rivalutare in un turno in cui verranno segnati più gol, visto che le raccomandazioni della FIFA riguardavano anche le esultanze interminabili, cioè ormai quasi tutte.
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