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Il mercato di Zaniolo© LAPRESSE

Il mercato di Zaniolo

La Coppa Italia della Cremonese, i tristi colpi di gennaio, le parole di Mourinho, una buona notizia per Agnelli e l'esonero di Gattuso.

2 febbraio 2023

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Dopo il Napoli, la Roma. La Cremonese di Ballardini non ha alcun rispetto di quello che per molti analisti sarebbe il 'prodotto calcio' (cioè far giocare soltanto quelle 6 o 7 squadre fra di loro) e si è conquistata le semifinali di Coppa Italia contro una Roma oscena nel primo tempo e un po' più reattiva nel secondo tempo, quando Mourinho ha effettuato quattro sostituzioni in un colpo solo. Ma il centrocampo della Cremonese, pur in calando, ha retto benissimo con Meité e Castagnetti, e ha compiuto l'impresa in un Olimpico pieno ed in un clima di intimidazione ben rappresentato da Mancini. In semifinale, ad aprile, con andata e ritorno, la Fiorentina che ha superato il Torino e dove Commisso si sta togliendo qualche soddisfazione, almeno a livello verbale. I fatti, non soltanto per quanto riguarda la Juventus, gli hanno dato ragione, ma in troppi fingono di non capire il cuore della sua denuncia: non è che se si penalizza la Juventus devono vincere Inter o Milan, al limite Napoli o Roma, ma tutte le squadre che partecipano allo stesso campionato devono avere pari dignità ed in prospettiva pari possibilità. 

Il calciomercato di riparazione appena concluso è stato il peggiore di sempre, senza mettersi a fare paragoni con quello del Chelsea o con la Premier League in generale. Non per la mancanza di grandi colpi, come poteva essere il Vlahovic dell’anno scorso, ma perché l’idea di rinforzarsi non è stata nemmeno presa in considerazione dalle grandi. Il Napoli non ha problemi, la Juventus li ha tutti, le altre sono lì in tre punti a gestire i loro casi e a farsi andare bene una riserva dell’Eintracht (di proprietà però della Juventus) come Luca Pellegrini ed una del Leeds come Diego Llorente. In definitiva dal mercato di gennaio escono benino il Torino, con l’acquisto di Ilic, il Sassuolo che ha venduto benissimo Traoré ma ha preso Bajrami dall’Empoli, e la Salernitana con qualche colpo mirato. Classe media, adesso che le disgrazie della Juventus hanno rimesso in palio il settimo posto qualche ambizione in più si può coltivare. Nella zona salvezza, così come in quella Champions, nulla che rimescoli le carte, come era stato per la Salernitana l’anno scorso (ma lì c'era stata la spinta della nuova proprietà). Fanno decisamente più notizia le partenze verso l’estero, definitive o con prestiti: il citato Traoré al Bournemouth, McKennie al Leeds, Kiwior all’Arsenal, Malinovskyi all’Olympique Marsiglia.

Da Zaniolo a Skriniar, da Rafael Leão ad Amrabat, il mercato di gennaio ha lasciato in eredità alcuni separati in casa eccellenti. Soliti schemi, anche mediatici: non si capisce perché un calciatore non debba fare in propri interessi ed il procuratore gli interessi del giocatore. Ma il caso Zaniolo si stacca nettamente dagli altri, perché le minacce fisiche da parte di alcuni ultras della Roma hanno portato la vicenda su un altro piano. Minacce seguite al modo plateale con cui il club e soprattutto Mourinho hanno scaricato il giocatore, indicando così un bersaglio a menti malate: nulla di peggio dell’ultras aziendalista, magari anche giustificato da qualche tifoso vip. Sia da parte della Roma sia da parte del giocatore, che ben prima delle parole di Mourinho si era chiamato fuori dalla squadra, pensavamo ci fossero dietro chissà quale strategie e invece nessuno aveva in mano niente: la Roma all’ultimo momento ha trovato la sponda del Bournemouth, che non era così innamorato di Zaniolo se dopo il primo tentennamento ha speso i suoi 30 milioni per Traoré, mentre Zaniolo era convinto di interessare davvero al Milan, che invece punta al massimo a prenderlo ad un prezzo stracciato in estate. Detto che un uomo di mondo come Mourinho sarebbe pronto a far giocare Zaniolo anche fra una settimana e a rimangiarsi ogni parola, difficile che Zaniolo possa essere accettato di nuovo dall’ambiente giallorosso e soprattutto che lui si scusi di qualcosa. Il rischio concreto è quello, a 23 anni, di avere buttato via l’ennesima stagione, fra inattività e magari anche cause per mobbing, da una parte, e inadempienza contrattuale dall'altra. Come finirà? Il messaggio di Zaniolo diffuso dall'ANSA non contine scuse ma ha toni concilianti, la Roma ha la necessità di non perderlo a zero euro: in un mondo con un minimo di logica fra qualche partita tornerebbe a vestire la maglia giallorossa.

Fra le dimissioni da tutto, i procedimenti giudiziari ed infine la certificazione del fallimento dell'operazione Pogba 2, per Andrea Agnelli l’unica buona notizia calcistica degli ultimi mesi è la sentenza del tribunale di Madrid, che ha dichiarato illegali le eventuali ritorsioni della UEFA e delle altre federazioni nei confronti dei club che hanno in progetto di organizzare tornei alternativi. Non significa che stia nascendo la Superlega, dopo il flop di due anni fa, anzi è probabile che non nasca mai e che la A22 Sports Management rimanga un gruppo di pressione trainato da Real Madrid, Barcellona e Juventus, per ottenere una Champions League su misura per i top club (fatto) ed arginare in qualche modo lo strapotere economico della Premier League. Insomma, quella di Madrid è stata una dichiarazione di principio, che vale poco. La sentenza che tutti aspettano rimane quella della Corte di Giustizia Europea, fra tre mesi, sulla posizione dominante della UEFA. Si tratta di un monopolio, senza alcun dubbio, finora giustificato dalla specificità dello sport. Sarà considerato così anche fra tre mesi? La ruota gira, così come la giurisprudenza. Certo la narrazione ‘UEFA che difende i veri valori del calcio-Superlega cattiva’ è ridicola, come se nell’assetto attuale l’Atalanta avesse le stesse opportunità del PSG.

La fine della storia fra Rino Gattuso ed il Valencia, con una rescissione che è parente dell’esonero ed una squadra di un punto sopra la zona retrocessione, è l’ennesimo fallimento in panchina dei campioni del mondo 2006, che ancora stanno vivendo sull’immagine: buona parte della Serie B è allenata da loro (De Rossi, Gilardino, Grosso, Pippo Inzaghi, Cannavaro), e non si può dire che gli altri con ambizioni da allenatore (Pirlo, Oddo, Nesta, Camoranesi, mentre sono ancora all’inizio Barzagli e Barone) abbiano entusiasmato, anzi. Un tratto comune, qui volevamo arrivare, con i campioni del mondo 1982: nella squadra di Bearzot ci provarono in pochi e l’unico tecnico decente a livello di club fu Zoff. Chi ha ottenuto il massimo difficilmente si può adattare all'ordinario. 

stefano@indiscreto.net

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