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Commisso senza stadio, la Serie A senza Juventus e l'Italia senza una linea.
Dove giocherà la Fiorentina per due campionati? Ci riferiamo a quelli 2024-25 e 2025-26, quando il Franchi sarà riustrutturato usando 100 milioni del PNRR: una follia e un danno per la collettività, con un risultato finale (stando al progetto) quantomeno discutibile. Ma al di là della politica e dell’estetica c’è anche il calcio: la squadra viola ha quasi 22.000 abbonati, giocare ad Empoli significherebbe lasciarne a casa 5000. Molto al limite l’ipotesi Reggio Emilia, mentre grazie al treno potrebbe avere un senso l’esilio a Bologna, visto che il Dall’Ara ha una capienza superiore alla media spettatori della Fiorentina, paganti più abbonati. Per decidere c’è comunque ancora un anno. Il danno finanziario sarà relativamente basso, parlando soltanto di botteghino complessivamente meno di quanto sia costato Mandragora, circa 10 milioni, mentre il disagio per i tifosi sarà invece molto alto. L’aspetto umoristico, si fa per dire, della vicenda, è che il nuovo Franchi sarà molto simile a quello che aveva in mente Commisso: in questo quadro avere impedito al presidente viola di spendere 250 milioni suoi per riqualificare il Franchi sembra più un regalo a Commisso che a Firenze. Quanto alla maggior parte degli altri club, sembra chiaro che quasi tutti aspettino Euro 2032 assegnato all’Italia per farsi pagare lo stadio dalla collettività. Esattamente come sta avvenendo con il Franchi.
Cosa significherebbe per le televisioni una Serie A senza Juventus? L’ipotesi di ulteriori penalizzazioni per i bianconeri, per la manovra stipendi ed i rapporti di mercato con altri club, hanno indotto molti addetti ai lavori, calcistici e televisivi, a lanciare allarmi più o meno sotto dettatura. L’Auditel non è una scienza esatta, ma qualche discorso oggettivo permette di farlo ed i dati parziali in occasione della sosta per le nazionali (questo il link alla classifica completa, pubblicata dal Corriere dello sport) sono in questo senso interessanti. Soprattutto quelli riferiti soltanto a DAZN, che ogni turno trasmette 10 partite su 10, contro le 3 di Sky. Come previsto, la Juventus è su DAZN la squadra più seguita, con una media di 1.296.288 spettatori a partita, davanti a Milan (1.081.427), Inter (995.089), Napoli (965.725) e Roma (933.389): la squadra bianconera è leader negli ascolti, ma non è di un altro pianeta rispetto alla grandi della Serie A. E nemmeno alle piccole: la ventesima televista su DAZN, l’Empoli, vale comunque un quarto rispetto alla Juventus e quasi un terzo rispetto a Milan e Inter. I numeri vanno quindi contro il senso comune ed anche contro lo spazio mediatico: secondo voi l’Empoli ha un quarto degli articoli e dei servizi che hanno la Juventus, il Milan e l'Inter o un centesimo? Stesso discorso riferito agli altri. Certo gli ascolti della squadra allenata da Zanetti dipendono anche dai tifosi delle sue avversarie, ma anche questo rafforza la tesi di chi vorrebbe far crescere la classe media invece di confinarla nella terra di nessuno dei Torino, delle Udinese e dei Sassuolo. Altro discorso per i telespettatori stranieri: all’estero una Serie A senza Juventus davvero importerebbe molto meno, così come da noi una Liga senza Barcellona (altra ipotesi con cittadinanza, dopo il caso Negreira).
Gli oriundi in Nazionale sono una scelta dei singoli allenatori o una precisa scelta politica? Giustamente si è parlato tanto di Retegui, ma il caso di Bruno Zapelli è ancora più clamoroso. Convocato da Nicolato per le amichevoli dell’Under 21 con Serbia e Ucraina, il ventenne centrocampista offensivo del Belgrano da sconosciuto (poi grazie a San Google tutti fini conoscitori di Zapelli…) è subito diventato uomo mercato, come del resto è avvenuto a Retegui. In comune anche un’italianità legale ma piuttosto tirata per i capelli, così come gli zero rapporti con il calcio italiano prima di settimana scorsa. Limitandoci a parlare di calcio, ci sembra che nel ruolo l’Italia fra Oristanio e Baldanzi non sia messa male, senza contare tutti gli altri giocatori offensivi utilizzabili da seconde punte, come Cancellieri, Vignato o Cambiaghi. Insomma, se già Retegui era sembrata una forzatura, sia pure dettata dall’emergenza, Zapelli lo è ancora di più. Ad essere incompresibile rimane la linea: stimolare i club di A a far giocare italiani veri o mettersi a fare campagna acquisti nel mondo?
stefano@indiscreto.net
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