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Un talento fermo, i 26 di Spalletti, la minaccia Como e l’addio di Giroud
L’Europeo 2024 di Nicolò Zaniolo è già finito: la microfrattura al piede, nel finale di Aston Villa-Liverpool, significa almeno un mese di stop e quindi non c’è alcuna possibilità che Spalletti lo inserisca nei 26 che andranno in Germania. Lo avrebbe senz’altro fatto, il c.t., nonostante l’occasione buttata all’Aston Villa. Diciamo buttata sia per l’ottima stagione della squadra di Emery sia per le prospettive con cui Zaniolo era arrivato in prestito dal Galatasaray. I vari cambi di modulo lo hanno portato a giocare in varie posizioni, ma prevalentemente sulla sinistra a centrocampo, quando il Villa si è schierato con il 4-4-2, o sulla linea dei trequartisti con il 4-2-3-1. Ma al di là di questo Zaniolo è in breve tempo passato da quasi titolare a quasi riserva fino a diventare riserva fissa dell’emergentissimo Morgan Rogers. E quindi? Zaniolo ha un contratto con il Galatasaray fino al 2027, è impossibile che venga svenduto. Oltre ai 25 anni ed al fisico che forse inganna, fra le sue caratteristiche interessanti c’è quella di guadagnare meno di 3 milioni netti a stagione, che rendono credibile l'interesse della Fiorentina della situazione e a maggior ragione di un club più ambizioso. Il punto è però un altro: Zaniolo ad alto livello sposta qualcosa? Ha mai spostato qualcosa?
Alla presentazione di Vivo Azzurro TV, il nuovo canale digitale della FIGC che darà spazio a tutte le nazionali italiane, Spalletti ha parlato di 20% dei convocati ancora da decidere e il 20% di 26 è circa 5. In realtà, senza Zaniolo, gli altri infortunati Berardi e Udogie, e ovviamente Tonali, i dubbi sono di meno: il terzo portiere (Meret o Carnesecchi), un centrocampista (El Shaarawy? Ma al momento vale tutto) che accompagni Jorginho, perno del gioco, Barella, Pellegrini, Locatelli, Frattesi e Cristante, ed un attaccante che con la definitiva esplosione di Scamacca e la presenza di Retegui non sarà un centravanti, quindi Immobile, ma un esterno spallettiano che salti l’uomo, con Politano primo favorito. Non è una brutta Italia e Spalletti sembra avere la carica del Mancini 2021: se Euro 2024 fosse un campionato e non un torneo dove anche chi è forte può uscire negli ottavi diremmo azzurri quasi da primi quattro posti.
Il Como non è una neopromossa in A come tante altre, perché davvero potrebbe toccare certi equilibri e non limitarsi ad essere una squadra guardata con simpatia. I fratelli Hartono, entrambi fra i primi 100 uomini più ricchi del mondo in tutte le classifiche di settore, potrebbero comprarsi tutta la Serie A e metterla a giocare nel proprio giardino, ma questo di per sé significa poco: il proprietario più ricco della Serie A è Commisso, con un patrimonio di circa 8 miliardi (comunque un quinto di quello degli Hartono), ma la Fiorentina non è che abbia ingaggi come quelli di Juventus e Inter. Il progetto Como è quello di legare lo sviluppo del club ad un marchio ormai di fama internazionale, quelo Como Lake che è nella testa di tanti stranieri. Da qui l’hype incredibile per una squadra di B, con Vardy e Thierry Henry in tribuna a scatenare mille supposizioni, e Fabregas che da futuro dirigente sembra possa portare a Como qualunque suo ex compagno (Pedro?) o allenatore, anche se nessuno ancora si è spinto a scrivere di Guardiola o Mourinho. Di sicuro il Como attuale c’entra poco con il Monza arrivato in A nel 2022, quasi un giochino personale di Berlusconi e Galliani.
Fra due partite Olivier Giroud lascerà il Milan per chiudere la carriera a Los Angeles, scelta che a quasi 38 anni ha una sua logica. Di sicuro in rossonero Giroud lascia ricordi eccellenti, al di là dei tanti gol e dello scudetto di due anni fa: il classico attaccante che fa giocare bene i compagni (ed infatti Leão gli deve moltissimo), fra botte date e ricevute anche per conto degli altri, sponde che hanno regalato gloria a chi si inseriva nel modo giusto, squadra tenuta alta, eccetera, con la certificazione eterna data dal Mondiale 2018 vinto da centravanti titolare ma senza segnare un solo gol e mai messo in discussione da Deschamps. Lui comunque i gol li ha quasi sempre fatti, dall’incredibile Montpellier 2011-12 alle altre squadre. Nell'Italia di una volta sarebbe arrivato a 25 anni, non a 35.
stefano@indiscreto.net
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