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Napoli Vs Lecce - Serie A Tim 2023/2024

Napoli's Khvicha Kvaratskhelia looks dejected  during the Serie A soccer match between Napoli and Lecce at the Diego Armando Maradona Stadium in Naples, southern Italy - Sunday, May 26 , 2024. Sport - Soccer . 
(Photo by Alessandro Garofalo/Lapresse)© LAPRESSE

2024 Fuga da Napoli

Il caso Kvaratskhelia, il ruolo di Ibrahimovic e gli allenatori del presente

17 giugno

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Perché tutti i più forti vogliono andare via dal Napoli? Una domanda cattiva, forse anche una cattiva domanda, ma questo non toglie che per motivi diversi Osimhen, Kvaratskhelia e Di Lorenzo se ne vogliano andare e lo abbiano anche detto o fatto dire senza equivoci. Fra i tre il caso più clamoroso è quello di Kvaratskhelia, il cui ingaggio (circa 1,2 milioni netti a stagione fino al 2027) è ridicolo rispetto ai compagni di squadra ed ai giocatori forti di Serie A, senza metterci a fare confronti impossibili con la Premier League, il PSG o Il Real Madrid: un decimo di Vlahovic, un sesto di Barella, un nono di… Osimhen, un terzo di Di Lorenzo. Insomma, se De Laurentiis davvero facesse rispettare l’attuale contratto al georgiano questo significherebbe per la famiglia Kvaratskhelia un realistico 30 milioni netti di mancato guadagno, senza contare la perdita di visibilità senza Champions League, anzi proprio senza coppe. Questo al di là del fatto che i Kvaratskhelia ritengano di essere doppiamente in credito con il Napoli, vista la strana modalità del suo acquisto, con il Rubin Kazan che gli concesse la rescissione (quando era già un nome nel mirino di tanti, lo stesso De Laurentiis ha detto che valeva 30 milioni) per giocare poche partite in patria alla Dinamo Batumi e poi raggiungere Spalletti dietro pagamento (al club) di una decina di milioni. Situazione in cui hanno ragione un po’ tutti, a partire dal Napoli che quel milione e rotti all’anno avrebbe dovuto pagarlo anche se Kvara si fosse rivelato un flop. Azzardata ogni previsione, ma certo il mito del fascino di Conte, come di qualunque altro allenatore presunto attira-giocatori (certo, a pagarli), si è rivelato un mito. La tentazione di costringerli a rimanere tutti e tre è fortissima, magari questo braccio di ferro farà scattare qualcosa. 

Impossibile giudicare il Milan e tutte le altre squadre prima di metà agosto, ma visto che siamo fissati con i dirigenti è già possibile farsi qualche domanda sul ruolo di Ibrahimovic, per la statura del personaggio il più atteso del Milan 2024-25, più di qualunque nuovo acquisto. Ruolo che lui per primo non ha chiarito nella conferenza stampa in cui è stato ufficializzato Fonseca. Al netto delle frasi da Ibra, un copione sempre un po’ triste quando non ci si può più esprimere in campo, la sua situazione è un po’ diversa rispetto a quella di Paolo Maldini nell’estate 2018. In comune ci sono la mancanza di esperienza dirigenziale e la vaghezza del primo incarico (Maldini direttore dell’area strategica e Ibrahimovic senior advisor, sembra uno di quei finti lavori che si vedono su LinkedIn), mentre i due contesti sono davvero differenti. Il Milan in cui entrò Maldini, che l’anno dopo avrebbe preso il posto di Leonardo a capo dell’area tecnica, veniva da anni disastrosi, questo da stagioni ottime (quella dello scudetto) e buone, in cui un secondo posto con una rosa da secondo posto è stato considerato un crimine di Pioli. Inoltre Ibra non vuole sporcarsi le mani con il mercato, che significa in concreto venire a patti con i procuratori (dimentica quanto ha fatto guadagnare a Mino Raiola di pure commissioni) e pregare giocatori, da Theo Hernandez in giù, che ritiene inferiori all'Ibra giocatore. Può dare consigli, mettere la faccia su alcune operazioni (l’ha fatto, senza entusiasmo, proprio per Fonseca), fare il motivatore, ma la realtà quotidiana del calcio è piena di compromessi. Anche per questo un grande calciatore, portato a vedere il bianco e nero (per usare le parole di Ibra), fa sempre fatica a riconvertirsi.

Mentre scriviamo queste righe ci sono ancora 4 panchine di Serie A su 20 senza un occupante: Venezia (ma è sicuro di Francesco), Torino (probabile Vanoli), Empoli e Cagliari. Non siamo preoccupati, i bravi allenatori in cerca di squadra non mancano. Troviamo però curioso che soltanto 7 su 20 siano stati confermati e che soltanto in 4 casi l’allenatore con cui si inizierà questa estate abbia fatto tutta la stagione scorsa, senza subentrare: Simone Inzaghi, Gasperini, Gilardino e Pecchia (De Rossi, Gotti e Fabregas i tre entrati in scena a campionato iniziato). Una statistica interessante, che dopo le ‘decision’ di Gasperini e quella meno pubblicizzata di Gilardino ed un giustificato mal di pancia (il prolungamento di un anno non è un grande atto di fiducia da parte di Marotta) di Inzaghi, fa meditare sui famosi cicli. Non esistono, ci  sono soltanto il presente e la necessità di tenere buoni i tifosi cambiando la pedina che costa meno. 

stefano@indiscreto.net

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