Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912
Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi
La Nazionale di Spalletti ha raggiunto la qualificazione agli ottavi di finale di Euro 2024 segnando il gol del pareggio con la Croazia a pochi secondi dalla fine. Un risultato tutto sommato meritato, di una squadra che però non sembra avere una direzione...
L’Italia di Spalletti è ancora dentro a Euro 2024, senza sapere bene il perché, dopo l’1-1 con la Croazia pieno di emozioni pazzesche. Il gol di Zaccagni a 7 secondi dalla fine dell’ottavo minuto di recupero ha dato agli azzurri gli ottavi di finale contro la Svizzera, sabato alle 18, e la parte esaltante della vicenda è proprio questa: resuscitare quando tutti ti danno per morto. Anche se magari nemmeno sarebbe stata una morte, visto che dopo la fine del Gruppo A ci sarebbero state fondate speranze di essere ripescati anche con 3 punti: meglio non avere sfidato la sorte, gufando contro altri. Non è detto che finisca agli ottavi, anche se Spalletti nel dopopartita ha proseguito con la sua grottesca strategia motivazionale, sostenendo che i suoi giocatori hanno creato poco e con poca qualità. Se agli azzurri manca la tecnica non la impareranno in tre giorni, ma il problema non sembra questo o comunque non soltanto questo, tra elementi schierati in cattive condizioni come Dimarco, cambi di modulo, lentezza nella manovra e nessuna gerarchia se non quelle di volta in volta dà il campo e si danno i giocatori, in certe fasi quasi in autogestione.
Anche a questo giro ancora grande Donnarumma, che ha parato un rigore a Modric e ha poi fatto un altro miracolo, bravo Calafiori nei contrasti e con l’assist finale, molto vivo Chiesa quando è entrato, in riserva ma dando tutto Barella, decente Bastoni. Spalletti ha rimescolato le carte all’inizio, con tre novità di formazione oltre al 3-5-2 figlio forse di una contrattazione, e durante la partita chiudendo poi con tre punte e mezzo. Se le stesse scelte le avesse fatte un allenatore non ‘da progetto’, un Allegri qualunque, raddrizzando la partita alla fine con una prodezza estemporanea, adesso saremmo qui a processarlo. E a dirla tutta, questo suo atteggiamento un po’ da commentatore, da giornalista, come se il commissario tecnico fosse un altro, sta dando fastidio ai giocatori e non soltanto allo Jorginho ripreso platealmente durante Spagna-Italia. Chi ha seguito i 30 anni della ottima carriera di Spalletti sa bene cosa significhi quel suo sguardo fisso a terra, a bordocampo, quasi a dissociarsi dal proprio lavoro.
Alla fine non si può dire che la Croazia abbia dominato e l’Italia rubato qualcosa, anzi nel sonnolento primo tempo pur andando sotto come possesso palla gli azzurri hanno avuto l’occasione di Bastoni e non hanno mai davvero sofferto. E nel secondo tempo, subito dopo il gol di Modric, la reazione c’è stata e contro una squadra con alcuni campioni al capolinea ma sempre di prima fascia. Il luogo comune, ma anche la realtà, dicono che i grandi tornei comincino con l’eliminazione diretta e mai come per l’Italia 2024 questo è vero. Se il risultato è stato nella sostanza meritato, ricordando anche la cattiva figura fatta dalla Croazia con Spagna (ma giocando un po' meglio degli azzurri, al di là dei gol) e Albania, l'identità di gioco non c'è: un’Italia informe come la terrificante giacca Armani imposta al c.t. e allo staff azzurro. Il risultato è quindi arrivato, basandosi su invenzioni del momento, ma in un anno non si è costruito niente se non uno spirito molto buono: tutti danno la sensazione di fare quello scatto in più per aiutare il compagno, più che l'allenatore, e non sarebbe un cattivo punto di (ri)partenza. Però potremmo dire le stesse cose di mille squadre e sempre con il senno di poi.
La Svizzera, quindi. E poi magari l’Inghilterra nei quarti la Francia in semifinale, la Spagna in finale per vendicare l’umiliazione di Gelsenkirchen. Questi i sogni, proibiti ma nel calcio non impossibili. La realtà è quella di una squadra solida, soprattutto a centrocampo con Freuler e Xhaka, con un modulo quasi fisso, il 3-4-2-1, che a Euro 2024 è piaciuta contro l’Ungheria e molto contro la Germania. Mancherà lo squalificato Widmer a destra, ma per il resto tutti a disposizione in una Svizzera che si sa chiudere benissimo. Senza creare miti in stile Flo ’98 o De La Cruz 2002, da Sommer a Embolo, passando per Akanji e Aebischer, senza dimenticare i colpi di Shaqiri che dovrebbe partire dalla panchina, gli svizzeri sono tutti giocatori straconosciuti e in media di una cilindrata simile a quella degli italiani. Il fallimento della FIGC è questo, non una eventuale eliminazione che ci starebbe anche: un paese dove tutti provano a giocare a calcio che ha una classe media simile a quella di un paese con un ottavo degli abitanti. Con i responsabili di settore che si beano delle inutilissime medagliette giovanili e allenatori che si piccano di essere prima di tutto ‘educatori’, in modo da non essere criticati mai. I discorsi sui massimi sistemi c’entrano però poco con una singola partita o con una serie di partite. Vincono e perdono le squadre, non i movimenti: cosa avremmo dovuto dire dopo Euro 2020? Quello non era il Rinascimento, questo non è un disastro. Azzerando tutto, dal punto di vista psicologico, si potrebbe scommettere su un’Italia-Svizzera che finisca ai calci di rigore: la cosa terribile è che ci sembrerebbe anche un buon risultato.
stefano@indiscreto.net
Condividi
Link copiato