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L'Inghilterra ci riprova

L'Inghilterra ci riprova

Il ciclo di Southgate, un cammino fortunato e l'Olanda al limite

11 luglio

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L’Inghilterra è la squadra peggio allenata di Euro 2024, in rapporto al talento a disposizione, ma i fatti dicono che la squadra di Southgate è per la seconda volta consecutiva nella finale dell’Europeo e che nelle grandi manifestazioni ha sempre fatto il suo, ricordando anche la semifinale mondiale del 2018 con la Croazia e i quarti del 2022 con la Francia, partite perse con tanti rimpianti. Per non parlare della finale di Wembley di tre anni fa, che sembrano tremila, con il trionfo della Nazionale di Mancini. Certo l’Inghilterra recente non ha mai giocato bene, cosa che lo stesso Southgate ha ufficializzato cambiando modulo nel quarto di finale contro la Svizzera, tornando a quella difesa a tre che di fatto non si vedeva dal Mondiale in Russia, fra l’altro con gli stessi interpreti visto che davanti a Pickford c’erano Walker e Stones, e che senza infortunio in Germania ci sarebbe stato anche Maguire. Differenza non da poco è che davanti alla difesa ai tempi c’era un centrocampista di rottura come Jordan Henderson, mentre adesso la squadra è un po’ meno protetta.

Di sicuro dopo un girone così così l’Inghilterra si è salvata per miracolo contro la Slovacchia negli ottavi di finale, con il gol di Bellingham al 5’ minuto di recupero, contro la Svizzera vincendo ai rigori, mentre un po’ meglio, crescendo nel corso della partita, è andata contro l’Olanda in semifinale pur risolvendola soltanto al 90’. Adesso la Spagna, da leggera sfavorita (le quote di apertura danno la squadra di De la Fuente a 1.63, con l’Inghilterra a 2.18) e la cosa per gli inglesi, anzi per chiunque, non è un male. La pressione, come spesso accade, è su chi gioca meglio. Il c.t. più contestato della storia inglese recente, anche più di chi ha collezionato fallimenti (Keegan, McClaren e Hodgson, per rimanere in questo secolo), rischia seriamente di diventare l’unico a portare la nazionale alla vittoria dopo Alf Ramsey al Mondiale 1966, peraltro uno di quelli che il VAR riscriverebbe.

Quanto all’Olanda, squadra che dal 1974 è tifata da tutte le persone che subiscono il fascino delle grandi occasioni perse, questa volta non ha perso alcuna occasione ed ha anzi disputato un Europeo quasi al limite delle proprie possibilità, perdendo la sua quinta semifinale sulle sei disputate. Nemmeno l’Olanda ha mostrato un grande calcio, ma in questo caso la spiegazione risiede nella scarsezza dei singoli, con il livello medio più basso da 60 anni a questa parte. Inoltre mancavano De Jong e Koopmeiners, il rigore del pareggio inglese era discutibile, De Vrij ha marcato male Watkins, Verbruggen è arrivato a un centimetro dal pallone… Insomma, poteva girare diversamente ma questo non toglie che la situazione del calcio olandese sia simile a quella del calcio italiano, con l’avvertenza che stiamo parlando di un paese con quasi un quarto degli abitanti rispetto a quello di Spalletti. Che come noi in attacco produce mezzi giocatori, pompati dal sistema e da noi stessi che abbiamo nella testa Cruijff e Van Basten: fra questi sopravvalutati anche Zirkzee (peraltro non amato da Koeman), ma finché giocava in Italia e sembrava diretto ad altre squadre italiane l’argomento era tabù. Forse un bambino di oggi, pensando a Depay e Malen, a Reijnders e a Schouten, non subirà da adulto tutto questo hype del calcio olandese. In definitiva fra chi era in grado di scendere in campo nessun giocatore olandese era sopra la media, a parte Van Djik e forse Aké. Squadra che ha fatto più del suo.

stefano@indiscreto.net

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