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Coverciano - La presentazione di Luciano Spalletti nuovo CT della Nazionale Italiana di calcio

Foto Alessandro La Rocca/LaPresse 02 Settembre 2023 Coverciano (Firenze) Italia - sport, calcio - Presentazione Luciano Spalletti CT della Nazionale Italiana di calcio -  Centro Tecnico Coverciano. Nella foto: Luciano Spalletti e Gabriele Gravina presidente FIGC

September 02, 2023 Coverciano (Firenze) Italy - sport, soccer - The presentation of Luciano Spalletti new coach of the Italian national soccer team. In the pic: Luciano Spalletti, Gabriele Gravina© LaPresse

Il ranking di Spalletti e Gravina

L'Italia decima, vent'anni di Lotito, il Monza che pesa e il crollo della Ligue 1

18 luglio

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Ci sono gli algoritmi e poi c’è la verità. I primi dicono che l’Italia è la decima nazionale del mondo nel ranking FIFA, nonostante la mancata qualificazione al Mondiale ed il disastroso Europeo in Germania, dove comunque il risultato, l’uscita agli ottavi di finale contro la Svizzera, è stata la cosa meno peggio di tutte. Ovviamente l’Argentina campione di tutto rimane prima, con la Francia seconda e la Spagna che con un balzo di 5 posizioni diventa terza. Spiegazione: l'algoritmo del ranking FIFA prende in considerazione gli ultimi 4 anni, ma con pesi diversi dati alle competizioni, agli avverasri e agli anni stessi: per intero (con moltiplicatore 1 invece di 0,5, 0,3 e 0,2) soltanto l'ultimo. Va detto che nella trentennale storia del ranking FIFA l’Italia è nella media stata al nono posto, quindi dal punto di vista storico il decimo posto ci sta, ricordando che gli azzurri hanno toccato anche il ventunesimo, nel 2018, con Mancini appena arrivato e sull’onda lunga della gestione Ventura. Insomma, si può sempre fare peggio. 

Non si può dire che i tifosi della Lazio festeggeranno con caroselli i vent’anni della presidenza Lotito, passati davvero in un attimo da quel 19 luglio 2004 in cui l’allora sconosciuto, ma già molto affermato nel settore delle pulizie e della vigilanza, imprenditore rilevò per 18,2 milioni di euro la maggioranza di una Lazio sull’orlo del fallimento fra pendenze arretrate dell’era Cragnotti e debiti con l’erario (che sarebbero stati rateizzati in 23 parti grazie al decreto salvacalcio). Alla fine per la Lazio Lotito ha tirato fuori, in totale, circa il doppio di quei 18,2 milioni iniziali, pochissimo, chiudendo più di metà dei bilanci in utile: insomma, può essere uno degli idoli di quelli che si esaltano per lo ‘scudetto del bilancio’, come se il calcio fosse un’azienda come tutte le altre. Comunque adesso Lotito controlla il 67% di una Lazio che attualmente vale in Borsa 0,73 ad azione (nel 2000 arrivò a un 7,67 davvero figlio di altri tempi, ma prima dell’arrivo di Lotito crollò anche a 0,31), con una capitalizzazione di mercato di circa 50 milioni anche se è evidente che il suo valore è molto superiore.

Il progetto Como, comunque vada a finire al di là della cilindrata finanziaria assurda dei suoi proprietari, ha una prima vittima, che si chiama Monza. Alla società gestita da Galliani manca soltanto il cartello ‘Vendesi’ e Pier Silvio Berlusconi, come ha detto chiaramente, si augura l’arrivo di un socio per una realtà che dal 2018, quando suo padre a sorpresa la acquistò, è costata alla Fininvest quasi 300 milioni di euro. Il ‘Galliani grande manager’ va quindi asteriscato, perché se con Berlusconi (Silvio) in vita poteva valere la storia della sfida personale, dell’ultimo urrah, eccetera, adesso il Monza è soltanto un peso. Fra l'altro nel disinteresse assoluto del pubblico brianzolo, che magari guarda con simpatia la squadra ma poi continua a tifare per Juventus, Milan e Inter.

La presentazione della nuova stagione di DAZN, che sarà più centrata sugli eventi (cioè le partite di serie A, prima di tutto) che sul contorno, ci ha ricordato che alla fine la Serie A ha fatto un affarone nel blindarsi fino al 2029 senza tirarsela troppo. Perché la Ligue 1 ha venduto i suoi diritti televisivi nazionali per 500 milioni totali (DAZN più BeIN Sports), la metà di quanto sperato e molto meno degli 800 del precedente contratto (mettendo insieme tutto). Tolto il fenomeno Premier League, che viaggia su altri binari mediatici e che comunque sta scricchiolando, l’idea diffusa dei dirigenti televisivi è che i campionati nazionali siano sopravvalutati e anche di molto, a maggior ragione adesso con i tifosi delle grandi che potrebbero farsi bastare la SuperChampions. Perché è chiaro a chiunque che le 8 partite ‘sicure’ diventeranno presto 10, 12 e oltre.

stefano@indiscreto.net

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