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Svizzera vs Italia - Uefa Euro 2024 Germany - Round of 16

Gianluigi Buffon and Italy's head coach Luciano Spalletti  during the Euro 2024 soccer match between Swiss and Italy at the Olympiastadion, Berlin, Germany - Saturday 29, June, 2024. Sport - Soccer . (Photo by Fabio Ferrari/LaPresse)© LAPRESSE

L'Italia di due mesi fa

La ripartenza di Spalletti, la mano di Fonseca, la luce di Thiago Motta e De Rossi, il cantiere di Gasperini

2 settembre

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A due mesi dal fallimento europeo la Nazionale riparte con lo stesso gruppo di giocatori, lo stesso allenatore, lo stesso presidente federale. Le convocazioni di Spalletti per le partite con Francia e Israele non hanno fatto discutere, un po’ perché al di fuori di quel mese da Mondiale (a cui peraltro gli azzurri non si qualificano dal 2014) ogni quattro anni, l’Italia interessa meno dei club e molto perché il commissario tecnico non ha fatto invenzioni anche se qualche sorpresa c’è: su tutte le mancate chiamate di Cristante e Mancini, e tutto sommato anche quella di Locatelli, escluso già a Euro 2024. Perplessità per la rinuncia a Chiesa e Folorunsho, come se essere messi ai margini del club per motivi di mercato fosse una macchia, ma anche per la tempistica del leggero intervento chirurgico di Barella. Nessuno dei tanti infortunati, da Scamacca a Zaniolo, avrebbe spostato chissà cosa, nel paese del perdonismo era scontato il rientro di Tonali dopo la squalifica. Se poi al quadro aggiungiamo l’assenza assoluta di autocritica si può dire che ci siano tutte le premesse per un’imbarcata contro la Francia, al netto del fatto che la palla sia rotonda. Più che per il risultato la curiosità è però per l’ambiente, il vero problema della Nazionale in Germania insieme ad una preparazione atletica disastrosa.

L’orrore è proprio nell’espressione ‘cooling break’ e nel modo in cui viene usata, quasi con compiacimento, la cronaca è quella di un allenatore come Fonseca che ha prima additato come colpevoli del cattivo inizio del Milan i suoi due giocatori più forti e poi li ha utilizzati quando le cose contro la Lazio si sono messe male, venendo ripagato non solo dal gol del 2-2 ma anche dal loro auto-isolamento durante la sosta per dissetarsi inventata al Mondiale 2014. Se davvero Fonseca è un Pioli 2 al ritorno di Theo Hernandez e Rafael Leão dalle nazionali farebbe finta di niente (del resto il club non li ha multati né richiamati) e ripartirebbe, visto che il disfattismo dopo tre partite è senza senso. Se invece cadrà nella tentazione di far vedere la mano dell’allenatore, senza avere questa forma mentale (quella che, per dire, avrebbe Conte), il disastro sarà assicurato. E fra i tanti disoccupati di grande valore che ci sono in giro, con Sarri che già tre mesi fa sembrava il nome perfetto per il Milan, è da ricordare la poszione di uno che tecnicamente disoccupato non è, come il Pioli 1: ancora sotto contratto con il Milan e senza alcuna offerta vera.

Siamo in quella fase della stagione con squadre appena finite di costruire e con tutto che viene giudicato sulla base di fiducia, simpatia, immagine, speranze, considerazioni geo-editoriali. Pensiamo soltanto a come sarebbe stata giudicata Juventus-Roma senza un tiro in porta, in modalità buffoniana ‘Meglio due feriti che un morto’, se in panchina ci fossero stati Allegri e Mourinho. Invece adesso la luce dei predestinati. 

Dopo la chiusura del calciomercato è lunga la lista degli allenatori scontenti, che dicono e non dicono ma intanto fanno passare il messaggio che in caso di fallimento non sarà colpa loro. In questo senso il numero uno è Gasperini, anche se certe situazioni l’Atalanta le ha subite (Lookman, adesso sulla via del reintegro dopo il flirt con il PSG, o il grave infortunio di Scamacca aggiuntosi a quello di Scalvini) e altre (Koopmeiners) le ha gestite. Di sicuro fra arrivi e partenze mai l’Atalanta ha nella sua storia fatto un mercato così pieno di operazioni importanti, che ha prodotto 4 potenziali nuovi titolari (Bellanova, Samardzic, Zaniolo che sta rientrando, Retegui) ed una sola partenza davvero dolorosa, per quanto ben pagata, quella di Koopmeiners. 9 su 11 della formazione titolare di Dublino sono rimasti in rosa, le aggiunte di qualità ci sono state e in definitiva la situazione è ben diversa da quella del Bologna. Però intanto è passato il concetto che l'Atalanta ha meno qualità rispetto a quella della scorsa stagione.

stefano@indiscreto.net

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