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Cagliari v Napoli - Serie A

CAGLIARI, ITALY - SEPTEMBER 15: Antonio Conte coach of Napoli reacts  during the Serie A match between Cagliari and Napoli at Sardegna Arena on September 15, 2024 in Cagliari, Italy. (Photo by Enrico Locci/Getty Images)© Getty Images

Il segreto di Conte

Anche al Napoli, ora momentaneamente capolista, l'allenatore è riuscito a connettersi con l'ambiente arrivando nel momento giusto. E non è l'unica analogia con le sue stagioni più felici... 

16 settembre

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Qual è il segreto di Antonio Conte? I suoi antipatizzanti non hanno dubbi: prendere in mano ottime squadre che vengono da una o più annate negative, al punto di non disputare nemmeno le coppe europee minori, in modo da passare per fenomeno. Così è di sicuro per il Napoli, dopo quattro giornate capolista di una classifica cortissima e che dovrebbe rimanere corta ancora per qualche mese, visto che la Superchampions favorirà una stagione di quello che Aldo Giordani anche sulle colonne del Guerin Sportivo definiva ‘ciapanò’.

Però ci sono anche i simpatizzanti, che non hanno avuto bisogno della cavalcata, meno facile di quanto dica lo 0-4, di Cagliari per dire che Conte è uno dei rari allenatori capaci di connettersi con un ambiente: napoletano a Napoli, italiano con l’Italia, interista all’Inter, juventino alla Juventus. Non arriviamo a dire cuore Blues al Chelsea, ma anche lì con Abramovich fece subito la parte di Conte, trovando una squadra di livello altissimo (Courtois, David Luiz, Azpilicueta, Matic, Hazard, Diego Costa) a cui fece aggiungere Kanté, Marcos Alonso e altri conquistando la Premier League al primo colpo davanti al Tottenham di Pochettino e al Manchester City di Guardiola. E anche al Tottenham aveva iniziato molto bene, prima di essere limitato da problemi personali e dalla voglia di tornare in Italia. 

Tornando all’attualità, dopo che la società ha disinnescato per qualche mese la bomba Osimhen i problemi ambientali sono del tutto spariti e la rosa è per qualità paragonabile a quella dello scudetto di Spalletti, con molti nomi che oltretutto sono rimasti gli stessi ma più motivati (il caso Di Lorenzo è stato enorme, anche per come Conte l'ha risolto) e a cui si è aggiunto un calciomercato che per gli standard del Napoli è assurdo, visto gli esborsi per Buongiorno, Lukaku, McTominay, Marin e David Neres e l'ingaggio di Spinazzola. La mano del 'demanding' (come in Inghilterra lui definiva sé stesso) Conte non si vede nel 3-4-3 mutante che propone, non è che la tattica sia ignota a Garcia, Mazzarri e Calzona, ma in Kvaratskhelia che a Cagliari sputa sangue in ogni contrasto e in De Laurentiis che lo teme, limitandosi quindi a fare il presidente. Alla fine gli strani incastri del calcio, visto che Conte, fermo da 15 mesi, aveva aspettato fino all’ultimo un segnale dalla Juventus, e che De Laurentiis ancora a maggio aveva Gasperini come candidato numero 1, hanno prodotto la scelta migliore per tutti.

stefano@indiscreto.net

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