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Napoli vs Genoa - Serie A TIM 2023/2024

Foto Alessandro Garofalo/LaPresse 17 febbraio 2024 Napoli, Italia sport calcio Napoli vs Genoa  - Campionato di calcio Serie A TIM 2023/2024 - stadio Diego Armando Maradona Nella foto: i giocatori del Napoli escono dal campo tra i fischi dei propri tifosi 

February 17 , 2024 Naples, Italy sport soccer 
Napoli vs Genoa - Italian Football Championship League A TIM 2023/2024 - Diego Armando Maradona stadium. In the pic: disappointment of Napoli players© LAPRESSE

La voce del giocatore numero dodici

Albert Camus: «Non c’è luogo al mondo in cui l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio». 

24 settembre

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La curva, l’afflato del talento in campo che ricorda le prime corse dietro al pallone per strada – asfalto slabbrato e ginocchia sbucciate. Il coro, migliaia di voci all’unisono capaci di rievocare le marce delle Guerre Puniche e le lotte tra gladiatori nel Colosseo. Eduardo Galeano identifica il moto perpetuo del tifo come il giocatore numero dodici: «È lui a soffiare i venti del fervore che spingono il pallone quando dorme». Una dolcissima, adrenalinica malattia. Chilometri in bus, automobili, treni, a piedi per la squadra del cuore, dell’anima. Litigi coi familiari, conti correnti prosciugati. Notti insonni, baruffe, giorni sotto al sole ustionante, per sempre, come preannunciato da Pier Paolo Pasolini: «Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita». Ne può valere la pena? Sentirsi un monolite sulle gradinate insieme a una pioggia irrefrenabile di sconosciuti – operai, disoccupati, medici, artisti, militari, delinquenti. Il brivido che t’assale quando parte il coro. Per questo Albert Camus azzarda un’affermazione che non tutti possono comprendere: «Non c’è luogo al mondo in cui l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio». Venti cori, vecchi, nuovi, particolari, delle venti squadre della Serie A 2024-25. Non importa per quale club morite nei novanta minuti: scaldate la voce…

Atalanta, la Dea. Sulle note di Io vagabondo dei Nomadi, i leggendari e compianti Supporters provano a sintetizzare la loro filosofia di vita, con un’elettrizzante sfumatura dialettale orobica:

Io, bergamasco che son io, atalantino che non sono altro

lame in tasca non ne ho, ma go oia de fa casót.

 

Bologna, la squadra del Dio Nettuno. Un nuovo coro ideato dai Forever Ultras rievoca la canzone Muchachos, cantata dai tifosi della nazionale albiceleste insieme a Messi e compagni al vittorioso Mondiale in Qatar (adattamento del brano Muchachos, Esta Noche Me Emborracho del gruppo ska argentino La Mosca Tsé-Tsé). Dalla curva Giacomo Bulgarelli, in passato intitolata ad Andrea Costa, sale la passione:

Bologna, la mia vita te la dedico

come è bella l’Andrea Costa, che festeggia per un gol.

e canta, canta come abbiam cantato noi

per amor di questa maglia e di tutti i figli suoi.

Conosciamo la sconfitta, conosciam la serie B,

con orgoglio e appartenenza siamo sempre stati qui.

 

Cagliari, il casteddu rossoblù che lotta sull’onda del coro degli ultras Sconvolts. Servendosi delle note de La prima cosa bella di Nicola di Bari, parte il racconto del primo amore calcistico vissuto allo Stadio Sant’Elia:

Mi ricordo ragazzino

la prima al Sant’Elia

la curva che cantava

la squadra che lottava

per la mia città

da allora ti ho promesso

eterna fedeltà

ovunque tu sarai

io sarò al tuo fianco

e ti difenderò, e ti difenderò

ohohohoh!

 

Como, i lariani che sognano in grande e fanno baldoria ai piedi del Lago. Comasco dal cuore ubriaco è il coro storico creato dai Blue Fans negli anni Novanta, diventato poi l’inno ufficiale del club dal 1998. Il canto viaggia sulla canzone popolare lombarda la Madonnina dai riccioli d’oro, una dichiarazione d’amore invincibile contro i tempi avversi:

Oh, comasco dal cuore ubriaco

di una fede su dimmi per chi

per la squadra che seguo da tempo

per la squadra che mai tradirò

noi che d'estate siam qua sotto il sole

e d'inverno tra il gelo e la neve

circondati da sbirri perché

per l'amore che abbiamo per te

forza il Como, magico Como

dona ai comaschi gioia e dolore

forza il Como, magico Como

la nostra fede che mai tradirò

 

Empoli, gli azzurri spinti nella loro storia dai gruppi ultras Rangers Empoli 1976 e dai Desperados, confessano in giro per lo Stivale l’irrinunciabile morbo del quale sono affetti, l’empolite:

Sembra impossibile

che seguo ancora a te

questa è una malattia che non va più via

non voglio andar via

non andar via di qua

e non resisto lontano te!

 

Fiorentina, la viola a ogni piè sospinta dalla Curva Fiesole, della quale anche Dante e Boccaccio avrebbero voluto fare parte. Da un anno i tifosi fiorentini hanno creato un nuovo coro, col giglio a campeggiare tra i versi, alla sommità del petto:

Perché questa è la tua gente

che vive di un solo colore

la curva che vedi è pazza

è pazza e piena d’amore

e quando tu scenderai in campo

col giglio cucito sul cuore

io resterò sempre al tuo fianco

perché sei il mio unico amore

lo lo lo lo lo!

 

Genoa, il grifone, prima squadra nata in Italia. La Gradinata Nord canta da un anno un nuovo coro col simbolo mitologico a spingere il tifo focoso – interessato alla lotta e poi al risultato – insieme agli undici beniamini rossoblù del Marassi:

Forza grande Genoa

la senti questa voce

guarda quei ragazzi in gradinata

loro sono gli ultras, quelli che ci sono sempre

quelli che se perdi non fa niente

senza te la loro vita non ha senso

il grifone è il loro unico universo

sono quelli che non tornano la sera

quelli che prima o poi

vanno in galera

 

Hellas Verona, la compagine scaligera spinta prima dalle Brigate Gialloblù e poi dal gruppo Hellas Army, si carica con un coro che ricorda You’ll Never Walk Alone cantato ad Anfield Road, a Liverpool:

Hellas,

Hellas,

quando in campo scenderai,

non vi lasceremo mai...

soli!

Insieme a voi!

Hellas,

Hellas,

quando in campo scenderai,

non vi lasceremo mai...

Soli!

Insieme a voi!

 

Internazionale Milano, il biscione. I Boys di San Siro stuzzicano velatamente la rivalità cittadina, raccontando il legame amoroso primordiale che lega il ragazzo della Curva Nord ai colori nerazzurri:

Tu non sai quanto ti amo

tu sei il vanto di Milano

quello stemma sopra al cuore

rappresenta il primo amore

te l’ho promesso da bambino

per sempre ti starò vicino

a testa alta ovunque andiamo

siam la curva Nord Milano

Ooooooooooo! Ooooooooo!

 

Juventus, madama, la vecchia signora. La Curva Sud scatena, all’Allianz Stadium e nei settori ospiti di tutta Italia, il legame viscerale con la squadra, che si rafforza nel motto ormai ventennale, fino alla fine:

Sono un ultras bianconero

e amo soltanto due color

girando per lo stivale intero

la Juve per sempre sosterrò

ale ale ale ohhh ale ale ale ooohh!

ale ale ale ale oooohhh!

 

Oh oh oh oh

fino alla fine forza Juventus!

 

Lazio, l’aquila Olimpia vola in alto mentre riecheggia all’Olimpico I Giardini di Marzo di Lucio Battisti. La Curva Nord, quando marcia nelle trasferte nazionali o internazionali ricorda l’attaccamento alla maglia bianco-celeste al di sopra di ogni cosa:

Il Sabato a ballare

a letto non andare

ricorda alla trasferta

tu non devi mai mancare

insieme con gli amici

sul treno a saltellare

e non dimenticare

tu dovrai sempre cantare

grida forza Lazio!

Grida forza Lazio!

Grida forza Lazio!

Grida forte e vincerai!

 

Lecce, il lupo indomabile. Gli Ultras Lecce, dall’ideologia chiara, racchiusa nel motto senza padroni, lottano contro il calcio moderno, malato di finanza e impersonalità, restando baluardo dello sport romantico. Un po’ di dialetto salentino per affermare la propria identità, Primitivo e Negroamaro prima della battaglia accanto agli undici licantropi giallorossi:

La gente vuol sapere chi noi siamo

e noi glielo diciamo chi noi siamo

de Lecce, de Lecce

de Lecce simu simu

lala lala lala

a dunca sciamu sciamu

lala lala lala

lu core be cripamu

lala lala lala

lu cu be scasciamu…

pericolo se vieni nel Salento

agli ultrà Lecce devi stare attento

per noi ogni giorno è San Martino

io son meridionale

amante del buon vino

io sono e sarò sempre salentino.

 

Milan, il diavolo. La Curva Sud, che ricorda i fasti della Fossa dei Leoni e delle Brigate Rossonere, dimostra l’amore sconfinato per la maglia, combattendo dentro e fuori dallo stadio per essa. Anche in mezzo ai guai, i colori rossoneri non possono essere traditi:

Forza diavolo alè

vivo solo per te

io non ti lascerò

sempre con te sarò

e non importa se

io finirò nei guai

unico amore sei

non ti ho tradito mai

Ooooooooh!

 

Monza, i brianzoli bagai, un tifo cresciuto tra le gesta de la Legione d’Assalto e delle Eagles Monza. I sogni di gloria portati da Berlusconi e Galliani esaltano la piazza. Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta: se arriva il capitombolo, a lenire le ferite è il luogo di culto del tifoso, il bar.

Sempre ho sognato che

che questa squadra qua

un giorno, chi lo sa

ci porta in Serie A

e adesso che siam qui

sogno la Champions League

se non arriverà

ce ne torniamo al bar

oh oh oh

oh oh oh oh!

 

Napoli, il ciucciariello atomico che cavalca sulle note di ’O Surdato ’Nnamurato. La Curva B, dagli anni del calcio scintillante di Maurizio Sarri fino allo Scudetto magnifico della banda Spalletti, canta insieme ai propri eroi, costellando di luci l’intero Stadio Maradona, un giorno all’improvviso…

Un giorno all’improvviso, mi innamorai di te.

il cuore mi batteva, non chiedermi perché.

di tempo ne è passato, ma siamo ancora qua.

e oggi come allora difendo la città

alè alè aleeeè, alè alè aleeeè!

Alè alè aleeeè alè alè aleeeè!

 

Parma, i ducali, spinti al Tardini dai Boys parmensi. Una frecciatina ai rivali della Reggiana, il ricordo lontano dei tempi cupi, una lettera d’infinito amore ai colori gialloblù, così in alto nel cielo europeo non molti anni fa:

Guarda che squadra che abbiamo presidente

non ce ne grava niente della Serie B

giriam l’Italia veniamo dall’Emilia

bruciamo Reggio Emilia a noi piace così

non ti lascerò, sempre al fianco tuo sarò

quando scendi in campo mi agito

t’amo, t’amo e t’amerò.

 

Roma, la lupa capitolina, con la Curva Sud che grida al mondo, dalla propria culla della civiltà, Roma Roma Roma! Un nuovo coro fa breccia nel cuore dei calciatori sgorgando dalla passione dei tifosi, che non smettono d’incitare gli undici giallorossi, nemmeno tra le peggiori sfortune:

Alè Roma alè

alè Roma alè

alè Roma, alè Roma alè, Roma alè

giallorossa con la lupa sopra al petto

io di amarti non la smetto

sei la squadra del mio cuor

non mollare

anche se poi giochi male

noi saremo qui a cantare

sei la squadra del mio cuor.

 

Torino, il toro, un tifo che onora la memoria inossidabile del Grande Torino. Una scelta di vita netta, rivoluzionaria, se si pensa la coabitazione con la Juventus, la squadra più tifata. Da Superga alla Curva Maratona la tifoseria crea spettacolo, proponendo un coro ad alto ritmo, in grado di coinvolgere tutto l’ex Comunale in un unico abbraccio granata:

Col Calor! Col Calor! Col Calor! Col Calor!

Sono cent’anni

che siamo insieme

sei la mia vita

sei la mia fede

quella Granata

è la tua gente

che ti accompagna

e tifa sempre

Toro alè! Toro alè! Toro alè! Toro alè!

Là dove andrai

sempre saremo

questa bandiera

mai lasceremo

quella granata

è la tua gente

che ti accompagna

e tifa sempre

col Calor! Col Calor! Col Calor! Col Calor!

 

Udinese, l’orgoglio del Friuli, le zebrette che infiammano la Curva Nord. I tifosi bianconeri, tra le fabbriche, gli uffici e le aule dalla Carnia fino alla Slovenia, bramano la domenica durante la settimana, per sventolare la propria sciarpa e spingere la squadra oltre i limiti:

E finalmente è arrivata la domenica

prendo la sciarpa e corro qui da te

perché sei quella che non si dimentica

sei l’Udinese la vita per me

i nostri cori, le sciarpe e le bandiere al ciel

forza Udinese noi giochiam con te

la curva indossa la numero 12

e scende in campo a lottare con te.

 

Venezia, i lagunari di compattezza e stile, affacciati allo Stadio Penzo con attorno un dipinto d’acqua. La Curva Sud si amalgama alla squadra, come un doge e i fedeli della Serenissima, attraverso un coro semplice, penetrante, come nelle più evocative feste vichinghe:

Forza Unione alè

non mollare perchè

se vittoria sarà

senti un coro che fa

uh!

Lalalalalala!

 

Tifare, cantare, sputare via il veleno quotidiano. Società ultra-contemporanea. Gridare al cielo da una curva l’energia ancestrale: rinascere. L’atto. «Io cerco l’emozione nell’atto», Carmelo Bene.

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